Di Franco Grilli
Un giudice belga, con una sentenza, ha imposto al governo di Bruxelles il rimpatrio di sei figli minorenni di due cittadine belghe che si sono unite all'Isis in Siria.
Una decisione che ha fatto scoppiare la polemica nel Paese, lasciando allibite le istituzioni e l'opinione pubblica locale.
Tatiana Wielandt, 26 anni, e Bouchra Abouallal, 25, sono due tre delle seicento donne catturate dai curdi e sono attualmente detenute con i bambini nel campo di Al-Hol, al confine tra Siria e Iraq, che viene descritto essere un campo di prigionia dove non vengono rispettati i diritti umani. Da qui la decisione del giudice, che impone a Bruxelles di assicurare il rientro in patria entro 40 giorni, pena il pagamento di 5mila euro per ogni giorno che i minori trascorreranno lontano da casa, fino a un massimo di un milione di euro.
In attesa di capire se l'esecutivo farà o meno ricorso contro la sentenza, un portavoce del ministero degli Esteri ha annunciato che il suo ministero analizzerà la questione con i colleghi del dicastero della Giustizia e dell'Interno.
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