Di Luca Romano
Matteo Salvini adesso prova a buttare acqua sul fuoco. Quella appena trascorsa per il governo è stata forse la giornata più lunga da quando è in carica.
In sole 24 ore, l'esecutivo ha dovuto fare i conti con uno scontro interno sul Dl Fisco e anche con la lettera Ue che di fatto ha bocciato la manovra. Due fronti caldi che hanno acceso gli animi nell'esecutivo. Il punto più spinoso, paradossalmente, non è la stangata di Bruxelles, ma la crisi di governo sul decreto fiscale.
Salvini dopo una giornata passata all'attacco in serata tende la mano al premier Conte: "Se serve sarò nel Cdm di sabato". Il titolare del Viminale aveva infatti respinto l'ipotesi di un Consiglio dei Ministri per poter limare il testo del Dl Fisco. Il presidente del Consiglio ha però fissato il vertice per sabato. Un gesto di sfida a cui Salvini ha risposto affermando di aver già preso impegni per il weekend con Coldiretti e con i suoi figli. Poco dopo questa presa di posizione è arrivato l'annuncio dei ministri leghisti che hanno minacciato di disertare il Cdm per l'assenza di Salvini. Intervenendo però a w l'Italia - oggi e domani, su Rete 4, lo stesso Salvini ha rassciurato Conte: "Il premier ha parlato di Consiglio dei ministri sabato a Roma, ma ad ora non è arrivata alcuna comunicazione. Comunque, se serve che Salvini ci sia, Salvini ci sarà. Ma gli amici di M5s devono darmi una mano, dobbiamo andare avanti e non indietro, servono strade, porti, autostrade, ferrovie. Abbiamo bisogno di correre". Bisognerà attendere sabato per capire quale sarà il futuro del Dl Fisco. E del governo...
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