Le scuse, la solidarietà e la vicinanza umana alla famiglia di Stefano Cucchi. E’ il comandante generale dei carabinieri Giovanni Nistri il primo e per ora unico alto rappresentante dello Stato ad invitare Ilaria, la sorella di Stefano, per un incontro: “Ho già avuto modo di vedere Ilaria Cucchi e il suo avvocato in un’altra occasione – dice intervistato da Massimo Giannini a Radio Capital – e non ho alcun motivo per non incontrarla di nuovo, qualora ritenga opportuno un nuovo incontro”. Nistri non ha problemi nemmeno a pronunciare la parola “scuse”: “L’Arma – spiega – si scusa sempre quando alcuni dei suoi componenti sbagliano e viene accertato che vengono meno al proprio dovere. Ci sono episodi esecrabili per i quali l’Arma si deve scusare, non come istituzione, ma perché alcuni suoi componenti infedeli sono venuti meno al proprio dovere anche nei confronti dell’Arma stessa”.
Il generale dei carabinieri è sollevato per il fatto che “forse si è aperto uno spiraglio di luce: mi sembra che sia la prima volta che un militare di quelli presenti quella sera ha riferito la sua verità, che ora dovrà passare al vaglio dell’autorità giudiziaria, ma noi siamo al fianco dell’autorità giudiziaria, perché è ora che siano accertate tutte le cause e le dinamichedi quanto successe quella sera”. Nistri ricorda che “quei carabinieri sono stati sospesi e nel momento in cui saranno accertate le responsabilità, l’Arma prenderà le decisioni che le competono”, fino alla “destituzione: non guarderemo in faccia a nessuno”.
Il comandante dell’Arma sottolinea però che parlare di “violenza di Statoè una sintesi giornalistica, ma non si tratta di una violenza dello Stato ma di alcuni appartenenti dello Stato: lo Stato non può essere chiamato come responsabile della irresponsabilità di qualcuno”. Nistri ribadisce: “Quando sarà definito tutto, l’Arma dei carabinieri sarà assolutamente lieta di ciò che emergerà, perchè l’Arma dei carabinieri deve in ogni circostanza riaffermare la piena trasparenza delle proprie azioni”.
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