Fatto Quotidiano
Il Parlamento Ue si spacca sulle sanzioni all’Ungheria. Il voto per attivare l’articolo 7 del Trattato Ue per “rischio di violazione dello stato di diritto” è previsto a Strasburgo per il 12 settembre e si attende di capire come si comporteranno i singoli partiti. La prima rottura è tra gli alleati di governo in Italia: se infatti la Lega ha deciso di difendere Viktor Orban e quindi votare contro l’intervento, dall’altra i 5 stelle hanno fatto sapere che manterranno la linea già espressa in commissione e si esprimeranno a favore delle sanzioni. A fianco del Carroccio anche l’ex alleato di Forza Italia. Nessuna indicazione per il momento dal Ppe, il Gruppo dei Popolari al Parlamento europeo di cui fa parte anche Fidesz, il partito di Orban. “Prima di esprimerci ascolteremo il suo discorso in Aula”, ha detto il leader dei Popolari Manfred Weber.
I 5 stelle, come anticipato dall’agenzia Adnkronos e confermato a ilfattoquotidiano.it, voteranno per le sanzioni all’Ungheria. Una posizione nettamente opposta a quella di Salvini. Che però ha commentato: “Nessun problema, ognuno è libero di scegliere cosa fare: la Lega in Europa sceglie la libertà”. Il vicepremier del Carroccio, che solo poche settimane fa ha ricevuto il premier ungherese a Milano, aveva annunciato in mattinata il voto contrario dei suoi: “La Lega voterà in difesa di Orban“, aveva detto. “L’europarlamento non può fare processi ai popoli e ai governi”. E ha aggiunto: “Non si processano i popoli e i governi liberamente eletti, soprattutto se vogliono controllare un’immigrazione fuori controllo”. La divergenza di opinioni tra Lega e M5s in proposito non è una novità: i 5 stelle nonostante il contratto di governo firmato con il Carroccio hanno più volte preso le distanze da Orban (il primo è stato Roberto Fico, ma poi anche i gruppi parlamentari e lo stesso Luigi Di Maio). Fonti 5 Stelle hanno precisato che nel gruppo europeo non ci sono mai stati dubbi sul loro voto a favore delle sanzioni: nel report prodotto dall’eurodeputata olandese Judith Sargentini ci sarebbero, spiegano i pentastellati, gravi violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini ungheresi e non solo, ma anche nei confronti di minoranze come quella ebrea. Il voto sarà dunque nel merito e non politico.
Orban, poco prima di intervenire a Strasburgo, ha pubblicato su Facebook un video in cui difende la sua posizione: “La verità è che il giudizio contro di noi è già scritto. Nel parlamento europeo i parlamentari a favore della migrazione sono la maggioranza”.
Il 12 settembre l’Aula voterà sul rapporto dell’europarlamentare olandese verde Judith Sargentini sulla situazione in Ungheria, che raccomanda al Consiglio di aprire la procedura che può portare, in teoria, a sanzioni per i Paesi che violano lo Stato di diritto. Sarebbe la prima volta che il Parlamento Europeo raccomanda l’apertura di una procedura simile (quella nei confronti della Polonia è stata avviata su iniziativa della Commissione), ma occorre una maggioranza dei due terzi dei votanti, non semplice da ottenere. Nel merito è intervenuto anche il vicepresidenze della commissione Ue Frans Timmermans: “Sfortunatamente la Commissione europea condivide le preoccupazioni della relazione sull’Ungheria”.
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