Di Chiara Sarra
"Ma in che Paese viviamo?", si indigna Ottavia Piccolo. Il motivo dello sdegno è l'alt intimato dai poliziotti che controllavano gli accessi nell'area del Festival del Cinema di Venezia: "Lei non può entrare con quel fazzoletto", le avrebbero detto gli agenti riferendosi al drappo dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) che portava al collo.
"Incredibile. Ma in che Paese viviamo?", commenta lei oggi raccontando a La Nuova Venezia l'episodio avvenuto sabato pomeriggio, poco prima della consegna del Leone d’Oro, quando la sinistra aveva organizzato un "presidio" pacifico davanti al Palazzo del Cinema del Lido per ricordare precari e infortuni sul lavoro.
"Avevamo annunciato questo presidio davanti al tappeto rosso", ridcostruisce l'attrice, "Non era una manifestazione, ma una testimonianza. Una cosa leggera, senza dar fastidio a nessuno. La denuncia di una situazione che ogni giorno passa sotto silenzio. Quella degli infortuni sul lavoro e dello sfruttamento degli operai. Avevamo anche ottenuto il permesso dei vigili, tutto regolare".
"Perché mai non posso entrare?", avrebbe quindi risposto ai poliziotti che non volevano farla passare, "Forse adesso è vietato in Italia girare con un fazzoletto dell’Anpi? Non è un segno di partito, ma il simbolo dei Partigiani italiani. Mi spiace, io entro". Dopo qualche minuto di discussione un funzionario l'ha lasciata entrare, ma la polemica è tutt'altro che conclusa: "Dovremo ritrovarci presto, farci vedere", sprona la Piccolo chiedendo una manifestazione di solidarietà , "Tutti col fazzoletto dell’Anpi e dei partigiani antifascisti al collo".
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