Di Chiara Sarra
A quasi un mese dal crollo del ponte Morandi a Genova, Gilberto Benetton - uno dei fondatori del gruppo azionista di Autostrade per l'Italia - rompe il silenzio.
Finora - spiega al Corriere - non si era pubblicamente espresso sulla vicenda (salvo che con un comunicato dell'azienda) perché "dalle nostre parti è considerato un segno di rispetto". Ma ammette: "Nel caso di Autostrade sono stati commessi degli errori, quando si sarà accertato compiutamente l'accaduto verranno prese le decisioni che sarà giusto prendere".
"Il disastro di Genova deve essere per noi come azionisti un monito perenne, anche se terribile e per sempre angoscioso nei nostri cuori, a non abbassare mai la guardia e continuare a spingere il management, che ha la responsabilità della gestione, a fare sempre di più e di meglio, nell'interesse di tutti", ha spiegato l'imprenditore, "Ero in vacanza, come credo la maggior parte degli Italiani. Ad un tratto il dramma, e tutto è cambiato: anche per noi sono iniziati giorni di sofferenza e di cordoglio. Siamo stati costantemente vicini, nel ruolo di azionisti, alle decisioni prese dai manager di Autostrade per l'Italia, e al lavoro che loro hanno svolto per iniziare a capire ciò che era successo e per mettere a punto i primi interventi e i primi aiuti alla città di Genova, interventi che continuano con grande determinazione e per affrontare le difficoltà che i cittadini della città continuano a vivere".
Assicurando "totale volontà di collaborazione con le istituzioni e le autorità preposte da parte della società operativa Autostrade per l'Italia", Benetton ha poi parlato anche della festa a Cortina. "Sinceramente non è mia abitudine rispondere a insinuazioni, ma è vero", ammette, "Tutta la famiglia il 15 agosto si è riunita a casa di mia sorella Giuliana, come abbiamo sempre fatto negli ultimi trenta anni, questa volta stretti assieme per ricordare nostro fratello Carlo, il fratello più giovane, scomparso meno di un mese prima"
Benetton si smarca però dalle accuse di aver approfittato delle concessioni: "Riguardo alle condizioni economiche delle concessioni posso solo dire che quelle di Autostrade per l'Italia sono molto simili a quelle degli operatori del settore autostradale di tutto il resto del mondo", sostiene, "Per Salvini siamo 'senza cuorè? Dispiace, molto, ma io credo che Salvini conosca gli imprenditori e sappia quello che c'è nei loro cuori". Poi ha ribadito che il gruppo non uscirà dal settore infrastrutture: "Siamo investitori di lungo termine e le infrastrutture hanno bisogno di capitale paziente", ha detto, "Abertis è una operazione importantissima per Atlantia e per l'Italia, un'operazione che è stata chiusa e definita e che, guidata dall'amministratore delegato di Atlantia Giovanni Castellucci, proseguirà come è stato pianificato".
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