Di Davide Bartoccini
Il Cremlino vuole rendere il suo esercito “invisibile” al nemico e Rostec svela il suo camouflage di nuova generazione dalle capacità camaleontiche, che, adottato su uniformi individuali di fanteria e veicoli da combattimento, permetterà alle forze armate russe una bassissima osservabilità su ogni tipo di campo di battaglia.
Il pattern mimetico “attivo” sviluppato dal colosso della difesa Rostec, che era stato originariamente sviluppato per essere applicato a veicoli da combattimento, è in grado di cambiare colore a seconda dell’ambiente circostante – come la pelle di un camaleonte o quella di un polpo – può essere utilizzata anche nell’industria tessile, dunque adatta a realizzare uniformi da campo, elmetti e gilet tattici per il personale militare, secondo quanto riportato dall’agenzia d’informazione russa Tass.
Il rivestimento mimetico che consiste in piccoli triangoli di un particolare materiale a controllo elettrico, può rivestire un elmetto come la fiancata di un veicolo corazzato, ed è in grado di cambiare colore a seconda dell’ambiente circostante che l’unità attraversi, riflettendo l’area con quelle che potrebbe essere paragonato ad un effetto specchio.
Secondo quanto riportato da Rostec – già impegnata nell’elaborazione degli esoscheletri in fibra di carboni “Ratnik” destinati alle unità di fanteria – in futuro il materiale verrà migliorato per acquisire ulteriori capacità, come ad esempio quella di poter regolare prontamente l’intensità del colore e di simulare effetti grafici complessi come ad esempio le “foglie che ondeggiano al vento”. Il rivestimento potrà essere facilmente applicato, consentendo sostituzioni e riparazioni immediate direttamente sul campo.
“L’energia che consuma quando viene utilizzata costantemente non è maggiore di quella di una lampadina a risparmio energetico e la massa del rivestimento è di diverse centinaia di grammi per metro quadrato”, afferma il comunicato stampa divulgato da Tass. Il Ceo di Rostec, Sergei Chemezov, che in precedenza aveva informato la stampa sulle particolari capacità di questo rivestimento mimetico di nuova concezione, ha affermato che il casco invisibile presentato all’esposizione Army-2018 faceva parte dell’equipaggiamento creato per il “futuro del soldato russo“.
Testato con successo per confermare le proprie capacità come metodo ideale di camuffamento per personale, attrezzature militari, e veicoli blindati, sarà fornito in dotazione quanto prima alle forze armate russe, rendendole il quanto più possibile “invisibili” agli avversari con cui dovranno misurarsi sul campo.
Il mimetismo in ambito militare
Osservato nella natura, il mimetismo o camuffamento preso in ambito militare – dunque l’intenzione di rendere il meno visibile possibile un soldato o un veicolo – vede i suoi albori già all’inizio del XIX secolo, quando, tra le divise dai colori sgargianti delle potenze europee, trovarono luogo per la prima volta uniformi dai colori meno appariscenti, come quelle dei ricognitori e dei fucilieri britannici ( King’s Royal Rifle corps ePrince Consort’s Own ) che adottando nuove tattiche avanzate, indossavano uniformi color verde bosco. Molto meno visibili delle giubbe di ogni altro reggimento dell’epoca.
Questa peculiarità, divenne una norma durante il primo conflitto mondiale, quando i toni grigio-verde e kaki delle divisioni di fanteria costrette alla guerra di logoramento, su ogni fronte videro abbandonare i colori di reggimento a vantaggio di uniformi sempre meno visibili al nemico in possesso di armi sempre più letali e di tecniche di combattimento innovative.
Durante la seconda guerra mondiale poi, il tedesco Johann Georg Otto Schick, direttore del nuovo dipartimento camuffamento del Reich, iniziò a disegnare i primi “schemi mimetici” che sarebbero stati destinati ai corpi combattenti della Waffen-SS: portando per la prima volta in vasta scala su un campo di battaglia, uniformi appositamente studiate per la bassa osservabilità nei diversi tipi di vegetazione. Queste tecniche sarebbero state imitate nei diversi pattern da tutti gli eserciti del mondo (tra cui i primi imitato furono proprio i russi), fino a produrre nel futuro mimetiche appositamente studiate per le aree desertiche e per i contesti urbani.
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