Di Lorenzo Vita
L’Europa può fare a meno degli Stati Uniti. È questa l’idea che circola da alcuni mesi nelle cancellerie del nostro continente, in particolare in Francia e in Germania. Ed è un’idea che adesso sta assumendo i caratteri di un vero e proprio programma strategico, soprattutto con l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca. La sua presidenza ha minato profondamente le relazioni fra America ed Europa. E adesso non ci sono più certezze sull’ombrello militare di Washington sul Vecchio Continente.
Macron vuole la guida della Difesa europea
Le ultime dichiarazioni di Emmanuel Macron sono molto interessanti. E fanno comprendere quali possano essere i movimenti politici e strategici che potrebbero coinvolgere il nostro continente nel prossimo futuro. Il presidente francese, riuniti 250 ambasciatori francesi all’Eliseo, ha parlato del rapporto fra Stati Uniti ed Europa affermando che “l’Europa non può più dipendere dagli Stati Uniti per la sua sicurezza“. Parole molto chiare, che non rappresentano solo una dichiarazione propagandistica ma un discorso programmatico.
La Francia non ha mai negato di voler essere la potenza militare per eccellenza del blocco europeo. L’idea di Parigi, anche con l’avvento dell’asse franco-tedesco nella guida dell’Unione europea, è sempre stata quella di condividere con Berlino la guida del continente basandosi su due ambiti diversi. La Germania avrebbe avuto il controllo finanziario e commerciale, la Francia quello militare. Con una condivisione del potere politico che per molto tempo è stato poi ampiamente delegato a Berlino.
Una scelta dettata anche dalla strategia impostata dai governi dei due Paesi in questi decenni. La Germania ha costruito la sua leadership europea presentandosi come potenza centrale ma non militare: un gigante economico ma non bellico. La Francia, invece, anche per un suo spirito di grandeur mai sopito, non ha mai negato di considerare le sue forze armate come parte integrante della propria politica internazionale.
I fattori che aiutano Parigi e Berlino
Oggi, l’allineamento di diversi fattori gioca a favore della spinta di Macron per un rinnovato interesse nella Difesa europea sganciata da quella americana. Innanzitutto perché sono gli stessi Stati Uniti a non volere più proteggere l’Europa. E Trump lo ha reso chiaro dall’inizio del suo mandato: sia riferendosi al budget da investire nella Nato sia, in generale, per quanto riguarda gli accordi fra Stati europei e Russia.
Washington sta polarizzando l’Europa, chiedendo ai Paesi del blocco di fare una scelta: noi o loro. E su questa alternativa, Macron e altri leader europei stanno riflettendo su una terza via: creare un blocco continentale. Un’idea che non piace al Pentagono né alla Nato, ma che interessa alla Casa Bianca, dal momento che l’attuale amministrazione non condivide l’idea per cui l’Europa debba essere protetta ad ogni costo.
A questa mancanza di volontà politica da parte americana, si aggiunge poi l’idea franco-tedesca di rafforzare la propria leadership europea di fronte ai movimento sovranisti che stanno ribollendo in tutta Europa. Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, con l’Italia che sta dimostrando di guardare altrove rispetto a Bruxelles, e con il Gruppo Visegrad che smuove l’intero fronte dell’Europa orientale, Francia e Germania stanno creando una sorta di nucleo europeista legato alla loro leadership. Soprattutto in vista delle elezioni europee, dove le politiche di Angela Merkel e Macron rischiano di essere spazzate via dall’onda di protesta che viene dalle periferie europee.
Ed è qui che entra in gioco la Germania, che da qualche tempo ha ingaggiato con gli Stati Uniti una vera e propria sfida sia politica che commerciale. Se per la Francia tutto questo è uno strumento per raggiungere la guida militare europea, e lo sta facendo anche in accordo con l’America, per la Germania l’obiettivo è un altro: dare un colpo all’assedio voluto da Trump.
L’apertura alla Russia
Le sanzioni alla Russia per colpire il gasdotto North Stream 2, unite alla guerra dei dazi minacciata continuamente contro l’Europa, sono stati un colpo durissimo. E Berlino ora vuole rispondere. Anzi, mentre si allontana da Washington, riprende vigore la sua Ostpolitik che guarda verso Mosca, dove Vladimir Putin non può che accogliere a braccia aperte una rinnovata “special relationship” fra Berlino e Mosca che riequilibri l’Europa verso Est dopo anni di guerra totale contro il Cremlino.
Anche la Francia, in questi giorni, ha avuto modo di riconsiderare la sua politica con la Russia. Lo ha confermato lo stesso residente Macron all’Eliseo. “Dobbiamo trarre tutte le conseguenze dalla fine della Guerra fredda”, ha dichiarato il presidente francese, che ha anche auspicato, a proposito del progetto francese di una Difesa europea, una “riflessione esauriente su questi temi con tutti i partner dell’Europa e dunque con la Russia“. Una dichiarazione che, se considerata insieme alla nuova partnership franco-russa sugli aiuti umanitari in Siria, fa capire come da Parigi qualcuno abbia aperto un credito nei confronti di Mosca. Prova ne è stato l’incontro nella capitale francese fra Sergei Lavrov, Valery Gerasimov e lo stesso Macron.
E l’Italia?
Il governo italiano ha subito osservato con attenzione a queste idee francesi, ma, come dichiarato dalla Difesa, ha accolto con gelo l’ipotesi teorizzata da Macron. Il motivo semplice: questa difesa progettata da Parigi è solo formalmente europea, ma sostanzialmente parigina. L’obiettivo di Macron è come detto guidare la politica di sicurezza europea. E questo ha fatto storcere il naso a molti Stati europei, Italia compresa.
Il fatto è che una base di Difesa comune europea esiste già, ed è la Pesco. In questo sistema, l’Italia è già entrata ed è su questa base che vuole costruire la Difesa comune europea. Su altri progetti sponsorizzati da Parigi, invece, il discorso è diverso. Parliamo di Difesa europea di Difesa francese imposta sull’Europa? È su questa differenza di vedute che cambia radicalmente la percezione del progetto.
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