Sono due i migranti segnalati come facinorosi sulla Vos Thalassa e ora a bordo nella nave Diciotti della Guardia Costiera. Due su 66. Si tratta di un ghanese e di un sudanese. Lo ha riportato il Viminale. Il ministero ha precisato le nazionalità dei migranti a bordo: 4 dall'Algeria, 1 dal Bangladesh, 1 dal Ciad, 2 dall'Egitto, 1 dal Ghana, 10 dalla Libia, 4 dal Marocco, 1 dal Nepal, 23 dal Pakistan, 7 dalla Palestina, 12 dal Sudan, 1 dallo Yemen.
Il Viminale non ha dato l'autorizzazione all'accesso ai porti alla Vos Thalassa, una nave battente bandiera italiana, perché è "una nave privata", che ha "anticipato l'intervento della Guardia Costiera libica". I migranti sono stati trasferiti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana - che è dovuta intervenire, spiega, per sedare appunto una rivolta a bordo - che li porterà in Italia. Il Viminale non ha ancora dato però indicazioni sul porto d'arrivo dell'imbarcazione della Guardia Costiera.
La nave italiana Vos Thalassa "ha anticipato l'intervento della Guardia costiera libica che era già stata allertata", per cui la posizione del ministro dell'Interno Matteo Salvini, si apprende dal Viminale, è di non concedere l'autorizzazione ad avvicinarsi ai porti italiani. Il Viminale ha informato della situazione, oltre al premier Conte, anche Di Maio e Toninelli. La Vos Thalassa ha lasciato i migranti a una nave della Guardia costiera italiana, la Diciotti, "che pure era più lontana rispetto ai libici che stavano entrando in azione", fa sapere il Viminale, e sono quindi sbarcati in Italia. Il "problema politico" posto da Salvini ai colleghi di governo, fa sapere il Viminale, è il seguente: "la Guardia costiera italiana non può sostituirsi a quella libica, soprattutto se i colleghi africani sono già entrati in azione".
A confermare la rivolta sulla Vos Thalassa è stata anche la guardia costiera libica, sentita dall'agenzia di stampa Agi. "Il rimorchiatore era stato noleggiato dalla Libia per le operazioni logistiche a supporto di alcune piattaforme petrolifere a largo delle nostre coste e, con il coordinamento della Guardia costiera, è intervenuto per il salvataggio di 63 persone a bordo di un'imbarcazione di legno che stava affondando. Già in passato c'era stato questo tipo di collaborazione tra rimorchiatori e guardia costiera: i migranti sarebbero stati avvicinati alle coste libiche per essere consegnati a noi", ha spiegato l'ammiraglio Ayoub Qassem, il portavoce della Guardia costiera libica.
"I migranti hanno però minacciato l'equipaggio perché non volevano in alcun modo tornare verso la Libia", ha aggiunto. "La Guardia costiera ha inviato anche una propria motovedetta per accompagnare il rimorchiatore verso la costa ma non c'è stato nulla da fare: le persone a bordo hanno continuato a protestare e a minacciare l'equipaggio, costringendo il rimorchiatore a dirigersi verso nord", ha confermato l'ammiraglio. "Non abbiamo voluto fare nulla che potesse far degenerare ulteriormente la situazione. La nostra priorità era garantire l'incolumità dell'equipaggio e di tutte le altre persone", ha aggiunto ancora Qassem, che ora teme che questo possa essere solo il primo di una serie di episodi di "ribellione da parte dei migranti".
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