Di Benny Casadei Lucchi
Fa male su pista amica e perfetta per la Rossa assistere alla gioia uber alles di Hamilton e la Mercedes vincenti e sorridenti.
Fa male che il sorpasso all'esterno di Seb Vettel a cinque giri dalla fine valga solo il secondo posto e sia stato fatto su Bottas e non su Hamilton. Però bravo Seb che ci ha provato. Doveva. Perché gli anglotedeschi stavano per centrare un'altra doppietta, perché valeva punti in meno di distacco dal leader inglese che ora sale a più 24 e perché così anche Raikkonen è salito sul podio. Vettel anche fortunato, visto che non ha bucato la gomma dopo che il finnico della Mercedes gli aveva tirato la staccata all'interno, anche detta del “perfetto gregario”, andando a colpirlo con l'ala. Del tipo: “o usciamo insieme o esce lui”. Comunque vada, il team tedesco gli sarà grato. Prima ha protetto il capo squadra Hamilton per tutta la gara, poi ha cercato di eliminare il rivale numero chiudendo in anticipo il mondiale. O quasi. Non contento, Bottas ha poi concesso subito il bis: con l'ala rovinata, due giri dopo, ha fatto più o meno uguale manovra ai danni di Ricciardo, a cui restituirà posizione all'ultimo giro. Se solo Kimi, terzo, fosse gregario agguerrito come il connazionale, la rossa sarebbe in testa al mondiale. Fatto sta, Mercedes felice in terra nemica, graziata dalla pioggia del sabato, e Ferrari che dopo la Germania deve di nuovo masticare amaro. E anche qui, purtroppo, niente vittoria da dedicare alla memoria dell'ex presidente Marchionne.
Il via - Trentacinque gradi nell'aria, cinquantasette sull'asfalto, l'Hungaroring un inferno. Minuto di silenzio per onorare Sergio Marchionne con tutta la F1 schierata sulla griglia di partenza, Ferrari listate a lutto, piloti della rossa e uomini e donne con la fascia nera al braccio. Il Gp delle tante attese ferrariste inizia così. Hamilton che scatta su gomme ultrasoft, Bottas anche, Raikkonen pure, Vettel invece prova la carta delle soft. Al via, perfetto Lewis, più incerto Bottas, quel tanto che basta a tenere dietro da buon gregario l'altro gregario e altro finlandese: quello ferrarista a cui non riesce di piazzarsi fra le due Mercedes. Anche per questo, dopo un paio di curve, Kimi lascia sfilare all'esterno compagno Vettel. Verstappen intanto si ritira, giro cinque, “no power” il suo grido d'allarme via radio.
Dopo 10 giri – Hamilton davanti di 4''5 a Bottas, Vettel insegue a 6''4 dal leader, Raikkonen, quarto, spinge ma inutilmente. Le ultrasoft gli sarebbero dovute servire per sparigliare la coppia Mercedes al via e non ce l'ha fatta. Rinnovo in bilico? Chissà . Il ritiro di Leclerc, suo potenziale sostituto a Maranello, lo mette al riparo da eventuali confronti. Almeno in questa gara. Comunque gli girano a mille per ben altro: al giro 11 scopre che la sua borraccia è vuota. “Non hai da bere, Kimi” gli dicono dal box. Qualcuno sorride pensando al Kimi di tanti anni fa. Con sessanta giri da fare, in un caldo infernale, non proprio un gran notizia per lui. La gara si stabilizza in attesa del valzer dei pit stop dove Vettel proverà a posticipare la sosta, forte delle gomme soft.
Primo pit Ferrari – Il distacco di Vettel aumenta: al giro 14 è di 14''. E Kimi fa il primo pit. Monta le soft. Mossa che costringe la Mercedes a far entrare Bottas. Altrimenti il rischio è che perdano la posizione a favore del ferrarista. La sosta arriva al giro 15. Hamilton intanto è sempre primo a suon di giri record, Vettel è secondo, Bottas, ora su soft, è quarto dietro a Gasly. Sesto Raikkonen. Il distacco di Seb da Lewis sale a 8''7.
Vettel inizia a recuperare – Seb recupera. Al 21° giro il distacco scende a 8''. Bottas con le soft ha problemi, intanto Seb scende a 6''5 da Hamilton che insiste su ultra ben sapendo che con le gomme soft avrà come Bottas un calo di prestazione. Ma non può aspettare troppo. Giro 25, entra per il pit, monta le soft. Vettel primo con 13'' di vantaggio su Lewis. Ora deve spremere la Rossa per poi restare davanti al rientro dal proprio pit o rimanergli incollato per attaccarlo con le ultrasoft. Ma Lewis è un fulmine e fa il giro più veloce. Al 30° passaggio Bottas è terzo a 22'' da Vettel. La Mercedes gli chiede di spingere per cercare di tenerlo davanti a Vettel una volta che il tedesco farà il proprio pit. La Ferrari risponde chiedendo a Raikkonen, 4°, di andare all'attacco del connazionale. Al giro 32 Kimi è a un secondo. Hamilton intanto recupera su Vettel grazie al traffico davanti al tedesco: al 36° è a meno 10''. Giro 38: a sorpresa Raikkonen monta altre gomme soft. Rientra quinto
Giro 39, il pit di Seb – Ora ha le ultrasoft. Pit stop lungo, 4''2. Al giro 40 gara ipotecata dalla Mercedes. Complice il pit lungo di Seb (problemi di fissaggio all'anteriore sinistra), Hamilton e Bottas sono di nuovo davanti. Vettel terzo a un secondo da Bottas. Hamilton dista 8''. Addio vittoria. Mancano trenta giri ma il verdetto è già scritto. Purtroppo.
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