Di Sara Mauri
È il 9 di luglio e sono le 9 di mattina, cuore di Napoli. Una signora compone il numero 113, il numero per le emergenze.
Chiede aiuto, dice che è stata rapinata. Quanti anni ha, signora? «Novantatrè». Sul posto, in zona San Carlo dell'Arena, accorre una pattuglia. Gli agenti, preoccupati dalla telefonata ricevuta, arrivano in fretta. Ma la signora non è legata, è tranquilla, sta bene, i capelli ordinati, il vestito blu. La rapina, in realtà , non c'è mai stata. La signora ha chiamato perché si sentiva sola. Dopo una certa età ci si sente spesso dimenticati. E quando le città si svuotano, le scuole chiudono e i bambini se ne vanno, il vuoto si fa sentire e pesa. Quello della solitudine è un problema sottovalutato nella nostra società , che vive di velocità e ignora la lentezza. Come se la gente sui social e le persone fuori, vivessero su binari paralleli che non si incontrano. Ma c'è un'altra signora, la cui foto sta facendo il giro del web. Lei cuce presine e centrini davanti al Tribunale di Roma con i suoi ferri da maglia. Lei lo fa per non rimanere chiusa in casa, «per sentirsi attiva» e «per uscire all'aria aperta», ma «non ha bisogno di aiuti economici» perché di lei si prende cura il figlio. E c'è anche quel signore, la cui immagine girava sui social, che ogni giorno porta la fotografia di sua moglie sul lungomare di Gaeta per farle vedere il mare. La foto, che lo ritrae di spalle, è stata scattata dal titolare dell'Antica pizzeria Ciro ci regala un retrogusto amaro perché racchiude insieme la dualità di due concetti: amore e dolore. Ma la solitudine accompagna un fenomeno che stiamo imparando a conoscere e con cui dovremo fare presto i conti: l'invecchiamento della popolazione. Come riporta LaPresse, in Italia c'è «la bomba invecchiamento», oltre 5 milioni di anziani vivono soli. E la bomba esploderà presto. Secondo l'Istat, l'innalzamento dell'età della popolazione porterà con sé diverse problematiche: aumenteranno le persone non autosufficienti e la solitudine e l'emarginazione sociale diventeranno fenomeni diffusi. I problemi saranno cure e assistenza. Ma anche pensioni e previdenza. «Oggi, tre lavoratori hanno sulle spalle un anziano, domani saranno solo in due a sostenerlo»: questo è quello che segnalano le proiezioni sociodemografiche e sanitario-assistenziali elaborate dall'Istat per Italia Longeva (rete nazionale sull'invecchiamento e sulla longevità attiva). Le previsioni, presentate agli Stati generali dell'assistenza a lungo termine al ministero della Salute, considerano il periodo tra il 2030 e il 2050 e mostrano uno scenario preoccupante: la popolazione diminuisce e, contemporaneamente, invecchia. «Nei prossimi 50 anni le generazioni maggiormente a rischio di non autosufficienza passeranno da un quinto a un terzo della popolazione italiana», dice Boeri. Nel 2030, le disabilità interesseranno 5 milioni di anziani. E allora, forse è meglio prepararci perché il futuro ci guarda dritti in faccia e ci chiede attenzione.
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