Di Sergio Rame
"Adesso basta così". A battere i pugni sul tavolo è il Belgio che non ne può più con l'ondata migratoria che dall'Africa porta ondate di clandestini in Italia e poi nel Nord dell'Europa.
"Bisogna iniziare a respingere i barconi che navigano nel Mar Mediterraneo". È il sottosegretario di Stato belga, Theo Francken, responsabile dell'Immigrazione, a chiedere al nuovo ministro dell'Interno Matteo Salvini di "smettere di accettare delle imbarcazioni (di migranti) in Sicilia e in Italia" per "cessare di incitare al traffico e di lasciare arricchirsi le mafie".
Dopo la telefonata con il premier ungherese Viktor Orbàn e il confronto con il ministro austriaco Herbert Kickl, Salvini affina le alleanze con i partner europei. Sul tavolo ci sono l'emergenza immigrazione e la riforma del Trattato di Dublino. Il Belgio ha fatto sapere di essere pronto a trovare un compromesso, ma non vuole "più immigrazione illegale". "Diciamo come gli italiani: basta così!", ha detto Francken, a margine della riunione dei ministri dell'Interno dell'Unione Europea a Lussemburgo. Oggi, secondo il sottosegretario di Stato belga, "l'Italia è obbligata a salvare i migranti in mare, e deve accoglierli, senza poterli rimpatriare in Libia o altrove. Ma finché questo sarà possibile, avremo il caos".
Arrivati a questo punto, per il Belgio l'unica soluzione è "poter respingere le imbarcazioni". "Dobbiamo trovare un modo per aggirare l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo", ha detto Francken sottolineando, poi, che l'Italia non può smettere di applicare le regole attuali di Dublino rifiutando di riprendersi i richiedenti asilo arrivati sul suo territorio che si sono trasferiti in altri paesi dell'Unione europea. "Se oggi la posizione del governo italiano è che non si può più rispedire nessuno (in Italia), questo equivarrebbe a denunciare l'insieme degli accordi (europei) sull'immigrazione - conclude il responsabile dell'Immigrazione - e si tornerebbe allora verso il ritorno dei controlli alle frontiere interne (di Schengen, ndr)".
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