Di Chiara Giannini
È stretta del Viminale sui furbetti che guadagnano illecitamente dalla gestione dei centri di accoglienza.
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha fatto capire a più riprese che la sua azione di governo va anche in questa direzione, parlando delle «cooperative che lucrano sui migranti». La politica salviniana è stata applicata con solerzia dalla polizia di Stato che ieri, a Latina, a 5 giorni appena dagli arresti di Benevento per lo stesso tipo di reato, ha fatto finire in carcere sei soggetti, responsabili di Onlus operanti nella gestione di numerosi Centri di Accoglienza straordinaria nel sud Pontino per i reati di falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e maltrattamenti nei confronti dei migranti. Sono stati gli agenti della Squadra mobile di Latina, in collaborazione con il commissariato di Fondi, a svolgere le indagini riscontrando, nel tempo, gravi situazioni di sovraffollamento, ma anche carenze di natura igienico-sanitaria.
Oltretutto, è stato rilevato che i gestori delle strutture violavano in maniera sistematica l'esecuzione degli obblighi assunti in sede di aggiudicazione delle gare di appalto. A finire in manette sono stati Luca Macaro, 35 anni, di Fondi, presidente della Onlus «La Ginestra», Luca Pannozzo, 40, presidente della Onlus «Azalea», Graziano De Luca, 38, di Terracina, socio occulto e finanziatore della «Azalea», Paolo Giovanni De Filippis, 39, di Fondi, e Erica Lombardi, 37, soci fondatori della stessa Onlus, e Orlando Tucci, 27, rappresentante legale e socio amministratore della Onlus «Philia», finito ai domiciliari. I reati di cui sono accusati, a vario titolo, sono maltrattamenti a carico dei migranti, frode nella pubbliche forniture, truffa aggravata e falso.
A quanto pare, le indagini della Polizia sono scattate in seguito alle proteste di alcuni ospiti delle strutture legate al ritardo nel pagamento del «pocket money». I responsabili della «Azalea», ad esempio, dichiaravano la disponibilità di una struttura per l'accoglienza migranti dove, in realtà , abitava la nonna del presidente Pannozzo e i richiedenti asilo venivano ospitati da un'altra parte. La stessa persona ha speso 2.500 euro destinati alla Onlus per il banchetto tenuto per il battesimo del figlio.
Gli inquirenti hanno, inoltre, rilevato che alla «Ginestra» si parlava di una capienza di oltre cento posti, quando in realtà ce n'erano solo 56. Inoltre, il presidente della stessa, nonostante la Prefettura avesse dato oltre 4 milioni per l'accoglienza dei migranti, ha violato più volte le imposizioni della convenzione, tenendo le persone in condizioni disumane e di sovraffollamento, con pasti scarsi e situazione igienica non idonee.
Macaro, invece, da uno stipendio di 1.500 euro al mese se ne attribuiva, lo scorso anno, 5.500 in maniera illegale, arrivando a percepire in 365 giorni oltre 100mila euro. Una situazione che fa pensare alle molte già scoperte nel tempo dalle forze dell'ordine. Una delle ultime è quella di Ragusa del marzo scorso, svela dalla Gdf, dove i responsabili della cooperativa «Il Dono» lucravano sulle spalle dei migranti.
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