Di Francesca Bernasconi
Dopo la lotta agli sbarchi delle navi di Ong che trasportano migranti, Matteo Salvini annuncia un'altra battaglia.
Questa volta l'intenzione è quella di dare un taglio "all'invasione dei vu cumprà sulle spiagge", fermando così la fabbricazione e la diffusione dei falsi prodotti griffati. Lo ha dichiarato, come riporta la Stampa, all'assemblea nazionale della Confesercenti. A fine mese, lo staff del Viminale, guidato dal vicepremier Salvini, presenterà la direttiva "Spiagge sicure", rivolta alle diverse prefetture.
Il progetto si basa sul rafforzamento della collaborazione tra le forze dell'ordine e la polizia municipale, che dovranno sorvegliare le zone balneari. I fondi per applicare la direttiva saranno attinti da quelli europei della legalità, per evitare che i sindaci debbano prenderli dalle casse comunali, già povere di denaro. Una possibilità che bisognerà verificare, dato che nessun paese Ue attinge a quei fondi per pagare gli straordinari delle forze dell’ordine.
L'abusivismo commerciale e turistico, il cui ricavato sarebbe di 22 miliardi, rappresenta un danno imponente per le imprese che seguono le regole e anche per lo Stato. Infatti, a causa delle vendite in nero, l'Italia perde un gettito fiscale di 11,5 miliardi di euro. La situazione, resa nota dalla Confesercenti, verrà affrontata dal nuovo piano del Viminale. Infatti, oltre a presidiare i litorali, bloccandone l'accesso ai vu cumprà, si punta anche a controllare chi affitta alloggi e magazzini per la merce e a prevenire e reprimere tutta la catena di contraffazione, partendo dalla produzione e arrivando fino alla vendita in spiaggia.
Non solo abusivismo, dunque. La lotta di Salvini riguarderà anche la contraffazione: la guardia di finanza ha reso noto che, da gennaio 2017 a maggio 2018, gli interventi rigurdanti la contraffazione sono stati il 52% delle operazioni totali.
Nella stesura della direttiva "Spiagge sicure", Salvini ha fatto riferimento alla situazione di Cervia e Milano Marittima, dove si è attivata una sensibilizzazione dei turisti che, evitando di comprare, evitano anche di alimentare il commercio abusivo.
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