Per l'ultima volta i maturandi dovranno affrontare la terza prova: dopo quasi vent'anni, infatti, nel 2019 il cosiddetto "quizzone" sarà sostituito da prove Invalsi, il cui esito non sarà considerato ai fini del voto finale.
Mediante la terza prova, agli studenti è stato classicamente richiesto di dimostrare le loro competenze nelle materie scelte dalla commissione (il limite è sempre stato di cinque materie, escludendo quelle già oggetto di valutazione nelle prime due prove) su argomenti studiati nel corso dell'ultimo anno scolastico.
Stabilita dalla commissione anche la tipologia dei quesiti, da svolgersi in un arco di tempo che, di solito, non supera le tre ore: breve trattazione, domande a risposta aperta, domande a risposta multipla, problemi a soluzione rapida, analisi di casi pratico-professionali, sviluppo di un progetto.
Dal prossimo anno scolastico, a seguito dei decreti voluti nel 2017 dal governo Renzi con la "Buona Scuola Bis", la terza prova verrà rimpiazzata da un test Invalsi, svolto al computer un paio di mesi prima degli esami e mirato a sondare le competenze dei maturandi in italiano, matematica e inglese. Esso non sarà conteggiato nel voto finale, ma costituirà condicio sine qua non per accedere alla Maturità.
Tra le ulteriori novità che riguarderanno i maturandi dal 2019, troviamo la centralità dell'alternanza Scuola-Lavoro: essa diventerà requisito necessario per l'accesso all'esame, essendo già entrata a pieno regime dall'anno scolastico 2017/2018. Per l'ammissione alla Maturità, inoltre, occorrerà avere la sufficienza in tutte le materie (condotta inclusa).
Per quanto concerne le votazioni, il giudizio finale rimarrà espresso in centesimi, ma avranno maggiore peso i crediti accumulati dagli studenti durante il triennio: essi passeranno dagli attuali 25 a 40. Nuovi anche i punteggi da assegnare a ciascuna prova: un massimo di 20 punti sia per la prima che per la seconda prova; 20 punti anche per il colloquio orale che dovrà accertare "il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacità argomentativa e critica del candidato, l'esposizione delle attività svolte in alternanza".
Nessuno sconvolgimento per le commissioni, che resteranno formate da tre commissari esterni, tre interni e un presidente esterno.
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