Sian Boyle, giornalista investigativa del Daily Mail Online, è riuscita ad infiltrarsi all'interno dell'NH Hotel Lingotto di Torino, luogo prescelto per la riunione del Bilderberg tenutasi dal 7 al 10 giugno scorsi. Un racconto dettagliato di nomi prestigiosi, delle loro chiacchiere, delle loro abitudini: tutto ciò che avviene e che la gente può solo supporre durante l'esclusivo think tank itinerante nato nell'ormai lontano '54 nell'omonimo hotel.
Regola imprescindibile del gruppo è la "Regola di Chatham House": si possono riferire al pubblico solo i contenuti dell'incontro ma non chi li ha pronunciati. regola che da sola basta a sollevare ogni anno centinaia di teorie complottiste e cospirazioniste. Per quel che riguarda l'Italia, dei 128 partecipanti totali, quest'anno figuravano i nomi di John Elkann, Lilli Gruber, il direttore di "Limes" Luciano Caracciolo, il manager di Vodafone Vittorio Colao, Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d'Italia, Pietro Parolin, segretario dello Stato Vaticano, gli economisti Alberto Alesina e Mariana Mazzucato e la senatrice a vita Elena Cattaneo. Tema principale dell'incontro, come ha riportato la giornalista inglese, il "Populismo". A seguire la questione dazi e l'immigrazione.
Un'infiltrazione, quella della Boyle, in pieno stile "agente segreto": dopo aver stretto conoscenza con qualcuno legato all'albergo, è riuscita a entrare proprio grazie al loro (o suo, non è dato saperlo, ovviamente) aiuto, ottenendo anche una chiave passpartout che le permetteva di accedere a tutte le stanze dell'albergo: "Me ne vado in giro per l'albergo, esplorando le aree del personale e quelle della reception principale dell'hotel, esaminandone la struttura e gli impianti. Nonostante i feroci sforzi della sicurezza, se fossi stato un soggetto con cattive intenzioni avrei potuto combinare qualcosa di terribile. Il primo giorno, mi è stata data una chiave passepartout in uso al personale, con accesso a tutte le 240 camere. Mentre fingo di lavorare, portando acqua minerale e cestini di frutta preparata per l'arrivo di ogni ospite vip, mi chiedo: lo sto preparando per Mark Rutte, Primo Ministro dei Paesi Bassi? O per Michael O'Leary, superboss di Ryanair? O per lo statista americano Henry Kissinger? Giovedì pomeriggio all'hotel, pochi minuti prima dell'arrivo dei primi delegati, la tensione nell'atrio è palpabile".
E poi gli incontri - avvenuti grazie al riuscito travestimento da cameriera - con personalità di spicco di tutte le nazioni più importanti del mondo, come il generale David Petraeus, ex direttore della Cia, un delegato italiano che ha richiesto in camera cinque diverse bottiglie d'acqua minerale con altrettanti bicchieri per suo uso personale, Henry Kissinger, il 95enne ex Segretario di Stato degli Stati Uniti, scortato in una sedia a rotelle da due uomini, Demis Hassabis, neuroscienziato e stratega di DeepMind, l'impresa britannica di proprietà di Google che si occupa di intelligenza artificiale.
"Il Bilderberg offre un'abbondanza di opportunità di networking per coloro che hanno la fortuna di partecipare. Mark Carney, governatore della Banca d'Inghilterra, è uno dei papabili per la guida del Fondo monetario internazionale. Anche l'incarico di Michael O'Leary con Ryanair termina l'anno prossimo. L'ex cancelliere e ministro Tory George Osborne, editore di Evening Standard, recentemente è stato nominato presidente del cda di Exor, la holding della famiglia Agnelli. John Elkann, l'erede di Agnelli, siede nel board dell'Economist al fianco di Eric Schmidt di Google".
L'unico rammarico della giornalista è quello di non essere stata in grado di carpire alcuna informazione rilevante: "Per un altro anno, il Bilderberg è riuscito a mantenere la sua aura mistica, la sua impenetrabile segretezza, il suo elitarismo. E noi comuni mortali rimaniamo tagliati fuori da tutto".
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