Di Davide Bartoccini
In un quadro geopolitico che vede l’Europa unita nello sviluppo congiunto di una propria Difesa, l’European Medium-Altitude Long-Endurance Remotely Piloted Aircraft (MALE RPAS – velivolo a pilotaggio remoto per operazioni a quote intermedie e a lungo raggio) riassume l’intenzione degli stati dell’Unione di consolidare quella partnership militare e industriale che già venne espressa nel ciaccia europeo Efa. Presentato al salone aeronautica di Berlino svoltasi presso l’aeroporto di Schönefeld, il drone sarà sviluppato da Francia, Germania, Italia e Spagna, come frutto della collaborazione industriale tra le aziende aeronautiche Dassault, Leonardo e Airbus.
Spinto da un sistema propulsivo bi-turboelica che dovrebbe consentirgli una velocità di 200 kts (370 km/h) il drone – presentato in un modello a grandezza naturale – possiede un apertura alare di 26,6 metri e una lunghezza di 14. Secondo i primi progetti dovrebbe essere capace raggiungere un’altitudine operativa di 45.000 piedi, con peso massimo di 5.300 kg calcolando un carico utile di 1.400 kg che potrebbe comprendere armamenti convenzionali. Secondo quanto riportato dall’Organisation for Joint Armament Cooperation (Occar), il drone verrà impiegato in missioni di sorveglianza e difesa Istar (intelligence, sorveglianza, acquisizione obiettivi e ricognizione). Il suo sviluppo vero e proprio inizierà a partire dal 2019 con l’obiettivo di ottenere il primo drone ‘Male’ operativo del 2025.
“Ci attende ancora molto lavoro, ma questo modello a grandezza naturale rappresenta un primo traguardo di quello che l’Europa può raggiungere in un settore ad alta tecnologia se riesce ad unire la propria forza industriale e il proprio know-how”, ha dichiarato Dirk Hoke, Amministratore Delegato di Airbus Defence and Space che rappresenta Germani e Spagna nel progetto. “Il Male Rpas diverrà parte integrante della capacità dell’Europa di garantire la propria indipendenza in futuro. Il programma è pensato per soddisfare urgenti requisiti in termini di capacità da parte delle Forze Armate europee. Questa partnership innovativa attenua anche gli effetti generati dalle restrizioni di bilancio attraverso la combinazione efficace dei fondi per ricerca e sviluppo”, ha proseguito.
Come riporta Leonardo (ex Finmeccanica), il Male rappresenta solo un terzo dell’accordo che lega Parigi e Berlino invece, che hanno in programma lo sviluppo del Future Combat Air Systems(Fcas) – che prevede un complesso di aerei da caccia, droni da combattimento, sistemi missilistici e sciami di piccoli droni interconnessi con satelliti, network NATO e con i sistemi di difesa navali e terrestri degli alleati – e del Future Maritime Airborne Warfare Systems.
Entrambi i sistemi di difesa, aerea e marittima, puntano a garantire il controllo e la protezione degli spazi aerei europei e di quelli mari, nei quali si registrano ‘violazioni’ sempre più frequenti (da parte di bombardieri strategici e sottomarini russi). Questo rafforzamento dell’intesa tra Parigi e Berlino, con un ruolo importante giocato anche dall’Italia – che punta ad accaparrarsi il 25% della produzione industriale ed entrare del programma Fcas – è una risposta importante all’uscita del Regno Unito dai Ventotto – da sempre maggiore potenza Nato presente in Europa. Sempre l’asse franco-tedesco aveva annunciato la scorsa estate, attraverso i leader Merkel e Macron, il progetto di un nuovo ‘caccia europeo’ con capacità stealth del quale però non si sono più ricevuti aggiornamenti. L’Europa sembra avere sempre più intenzione di trovare le proprie ‘armi’ per essere autonoma – all’occorrenza – e dimostrare di poter difendere efficacemente il proprio territorio senza ausilio di terzi. Staremo a vedere i prossimi sviluppi.
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