Dopo mesi di crescenti tensioni, distensione - quantomeno dichiarata - tra i due giganti del sistema produttivo mondiale. Washington e Pechino hanno siglato la 'pax economica' sui dazi. "Le due parti hanno raggiunto un consenso, non combatteranno una guerra commerciale e smetteranno di aumentare le tariffe l'una all'altra", ha annunciato il vice-premier Liu He, che ha guidato i negoziatori cinesi nella capitale Usa, dove si sono tenuti colloqui di alto livello. Un accordo che Liu ha definito una "necessità", ma senza nascondere pragmatismo: "Bisogna rendersi conto che lo scongelamento del ghiaccio non può essere fatto in un giorno, la risoluzione dei problemi strutturali nelle relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi richiederà tempo". In una dichiarazione congiunta a Washington, Pechino si è impegnata ad aumentare "significativamente" i suoi acquisti di beni americani, anche se però non sono stati offerti molti altri dettagli.
Trump negli ultimi tempi ha ripetutamente puntato il dito contro il deficit commerciale nei confronti della Cina, descrivendolo come un pericolo per la sicurezza nazionale americana e minacciando di imporre tariffe su importazioni cinesi per 50 miliardi di dollari. I colloqui a Washington tra le delegazioni sono state guidate dal segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, e da Liu, che si sono visti giovedì con Trump. Le parti si erano già incontrate a Pechino. "C'è stato un consenso sull'adozione di misure efficaci per ridurre sostanzialmente il deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina", si legge nella dichiarazione congiunta, "per soddisfare le crescenti esigenze di consumo del popolo cinese e la necessità di uno sviluppo economico di alta qualità, la Cina aumenterà in modo significativo gli acquisti di beni e servizi degli Stati Uniti".
L'anno scorso gli Stati Uniti hanno avuto un deficit commerciale col colosso asiatico per 375,2 miliardi di dollari, un'arma per i politici populisti, che incolpano la Cina dell'emorragia dei posti di lavoro americani negli ultimi decenni. Washington avrebbe chiesto di ridurre il deficit di almeno 200 miliardi di dollari entro il 2020, ma la dichiarazione congiunta non contiene nessuna indicazione precisa sull'impegno della Cina. Si parla in generale di "aumenti significativi" nelle esportazioni statunitensi di prodotti agricoli ed energetici. Liu ha poi spiegato all'agenzia di stampa statale cinese Xinhua che la nuova cooperazione commerciale si estenderà alle cure mediche, ai prodotti high-tech e alla finanza. Accordo anche sul rafforzamento della cooperazione sulla protezione della proprietà intellettuale, da tempo fonte di malcontento negli States. Sullo sfondo delle trattative, il vertice a Singapore tra Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-Un, di cui la Cina è il principale partner commerciale, e le elezioni legislative di novembre, col tycoon attento a non urtare gli Stati agricoli repubblicani e a non mostrarsi debole su commercio ed economia, soprattutto prima del voto.
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