La chiusura di Punggye-ri, nel nordest del Paese, avverrebbe in «forma pubblica», al punto che Kim ha espresso l’esplicito desiderio di un invito esteso ad esperti sulla sicurezza Usa e sudcoreani, nonché ai giornalisti. «Alcuni dicono che stiamo chiudendo il sito non più funzionate, ma voi vedrete che abbiamo due ulteriori tunnel che sono più grandi degli esistenti e che sono in buone condizioni», ha detto Yoon Young-chan, portavoce del presidente Moon Jae-in, in un briefing con i media, riferendo le parole del leader nordcoreano Kim Jong-un durante il summit di venerdì. Quasi 10 giorni fa, al Comitato centrale del Partito dei Lavoratori, Kim annunciò lo stop ai test nucleari e missilistici, e la chiusura di Punggye-ri dove sono stati condotti i sei esperimenti atomici.
Il primo risale al 9 ottobre del 2006, mentre l’ultimo è del 3 settembre 2017, tanto forte da causare un sisma artificiale di magnitudo 6.3. Si stima che quest’ultimo, oltre a danneggiare irrimediabilmente la struttura, sia stato tra i 70-120 chilotoni, circa 8 volte la bomba sganciata su Hiroshima.
Con gli Usa, Kim ha detto che non ripeterà «la dolorosa storia della Guerra di Corea» rilevando che «misure concrete sono necessarie per che evitare che qualsiasi confronto militare possa accadere», ha riportato la Yonhap. Al fine di raffreddare in via definitiva le tensioni e di aprire un nuovo capitolo, il prossimo summit tra Kim e il presidente Usa Donald Trump diventa cruciale. «Perché dovrei tenere armi nucleari e vivere in condizioni difficili se invece ci incontriamo spesso con gli americani per costruire la fiducia reciproca e se promettono di mettere fine alla guerra e di non invaderci?», ha aggiunto Kim nel resoconto di Yoon.
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