I Pasdaran minacciano Israele: “Non avrete posto dove fuggire”

apr 21, 2018 0 comments

Di Lorenzo Vita

Tra Iran e Israele, la tensione è alle stesse. E la guerra si fa anche a colpi di tweet e di frasi ed effetto, come ormai consuetudine nel mondo di oggi. La propaganda ha un ruolo molto rilevante in questo momento.
Dopo il bombardamento dell’aviazione israeliana contro la base T-4 in Siria, i funzionari iraniani hanno promesso di vendicarsi contro Israele. L’uccisione dei sette militari iraniani nella postazione vicino Palmira, la distruzione del sistema missilistico e quella dell’arsenale di droni hanno inferto un duro colpo alla strategia iraniana in Siria. Per Iran e Israele si tratta del primo vero e proprio bombardamento: in sostanza un vero e proprio atto di guerra. 
Questa promessa di vendetta da parte dell’Iran può essere considerata la prima mossa di questa campagna anche retorica da parte di Teheran. Che ha deciso di tornare a minacciare Israele dopo l’attacco diretto nei confronti dei suoi soldati con una promessa di risposta che rientra in una guerra psicologia senza esclusione di colpi fra i due Stati. Una promessa che ha messo in stato d’allerta tutto Israele. Tanto che le Israel defense forces (Idf) hanno elevato il livello di guardia, consapevoli dei rischi di una rappresaglia iraniana.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “l’esercito è pronto” per ogni tipo di minaccia. “Sentiamo le minacce dall’Iran. Le Idf e le forze di sicurezza sono pronte per qualsiasi sviluppo” ha dichiarato Netanyahu. Rivolgendosi a una riunione con i suoi consiglieri, ha detto:” Combatteremo chiunque provi a farci del male. Non siamo scoraggiati dal prezzo e esigeremo un costo da quelli che vogliono farci del male … la gente resisterà”.
Immediata è arrivata la reazione da Teheran: questa volta per bocca di uno dei vertici dei Pasdaran, Hossein Salami. Il generale dei guardiani della Rivoluzione ha minacciato Israele suggerendo di “non fidarsi” delle sue basi aeree: “Sono all’interno del nostro raggio d’azione”. Israele, ha detto Hossein Salami, vive “nella bocca del drago”.
Sia la parte settentrionale che quella occidentale sono”nel raggio dei nostri missili”, ha minacciato Salami.  “Ovunque tu sia nella terra occupata, sarai sotto il nostro fuoco, da est e ovest. Sei diventato arrogante. Se c’è una guerra, il risultato sarà la tua completa eliminazione “, ha detto il comandante. “I tuoi soldati e civili fuggiranno e non sopravviverai. E non avrai nessun posto dove scappare, se non gettandoti in mare. “
Con due messaggi su Twitter, il generale iraniano ha portato la retorica a un nuovo livello: “Non avere speranza negli Stati Uniti e nel Regno Unito; quando arriveranno, non ci sarai più … L’obiettivo più piccolo sarà la tua esistenza. Non puoi resistere. Quando fuggirai, non avrai altra scelta che verso il mare“. In un precedente tweet Salami ha avvertito: “Le nostre dita sono sul grilletto e i missili sono pronti e saranno lanciati in qualsiasi momento in cui il nemico avrà un piano sospetto”.
Impossibile dire se queste parole si trasformeranno in fatti. Un dato però è certo: l’Iran non può a questo punto fare finta di nulla. Israele ha colpito per primo e ha inferto un colpo molto importante. E continua a minacciare la presenza iraniana in Siria con una posizione di forza: ha dimostrato di poter colpire dove e quando vuole. L’Iran adesso si trova di fronte a una scelta di campo: rispondere o non rispondere.
Se lo fa, rischia di scatenare un incendio e cadere nella trappola israeliana. Netanyahu potrebbe cogliere l’occasione per scatenare un attacco esteso e profondo contro le postazioni iraniane. Se non risponde, è chiaro che lascerebbe sostanzialmente impunito un gesto estremamente forte di Israele.
In Israele, c’è chi considera la possibilità che le risposte arrivino non direttamente dall’Iran, ma dai suoi “proxy”. In sostanza, si teme che Hezbollah possa colpire in territorio israeliano. Ma c’è anche chi ritiene plausibile una risposta che parta direttamente dalle guardie della Rivoluzione, colpite specificamente e ripetutamente dal bombardamento e dalle iniziative dell’intelligence di Israele.

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