"Io non ho mai fatto le valigie. Semplicemente il mio contratto era scaduto, ormai da un anno e mezzo, le risposte non arrivavano e intanto erano arrivate le proposte. Non so perché abbiano tardato tanto, forse i cambi al vertice, la la legge sui tetti agli stipendi..."
Reduce dal successo della prima puntata del suo "Meraviglie - La penisola dei tesori", Alberto Angela ha commentato sulle pagine del quotidiano Libero i rumors che a maggio dello scorso anno avevano pronosticato un suo abbandono al servizio pubblico. Alla fine, il divulgatore è rimasto fedele alla maglia, portando a casa un ottimo risultato, grazie anche, dice lui, "all'altissimo livello di professionalità del dna Rai", nonostante il poco tempo a disposizione per la realizzazione.
Si legge su Libero:
Reduce dal successo della prima puntata del suo "Meraviglie - La penisola dei tesori", Alberto Angela ha commentato sulle pagine del quotidiano Libero i rumors che a maggio dello scorso anno avevano pronosticato un suo abbandono al servizio pubblico. Alla fine, il divulgatore è rimasto fedele alla maglia, portando a casa un ottimo risultato, grazie anche, dice lui, "all'altissimo livello di professionalità del dna Rai", nonostante il poco tempo a disposizione per la realizzazione.
Si legge su Libero:
Quando ci sono stati tutti i via libera per partire era già il 5 ottobre e abbiamo dovuto realizzare il programma entro il 22 dicembre. Non avevamo margini di errore, qualsiasi fossero le condizioni meteo e di luce. Ci siamo ritrovati a riprendere i trulli sotto una bufera che sembrava di essere in Siberia.
Gli sforzi sono stati ripagati: il prodotto finale ha tenuto incollati alla tv 5 milioni 662 mila spettatori. Un successo che molti non dubitavano, ritenendo il marchio "Angela" (padre o figlio) garanzia di successo. Eppure, confida a Libero, "ogni volta ho il terrore come fosse la prima".
Il divulgatore non vuole entrare nella polemica costi-entrate, ma è cosciente del fatto che il suo programma porta tantissimi spettatori giovani - "una fetta di pubblico che da anni ha abbandonato il media televisivo" - con il merito aggiuntivo di avvicinarli a un prodotto di qualità, alla cultura.
Noi italiani, che siamo molto bravi a darci addosso, ci dimentichiamo che sono almeno 2500 anni che ogni generazione e periodo storico produce qualcosa di nuovo, che tutto il mondo ci invidia. Ora, va bene essere umili, però insomma se Michelangelo fosse nato in Francia verrebbe ricordato come il più grande genio francese mentre noi italiani lo definiamo il genio del Rinascimento.
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