Prima o poi doveva succedere. Alcuni paleontologi hanno trovato in alcuni reperti di resina fossile, in Myanmar, i resti di alcune zecche. Tutti quelli che hanno visto Jurassic Park sanno cosa significa: dentro alla zecca è possibile trovare tracce di sangue di dinosauro. E da quel sangue, chissà, ripescare il dna e ricostruirlo in laboratorio.
Purtroppo non è così. La zecca, che nel corso di quasi cento milioni di anni si è ingrossata di almeno otto volte, appartiene a un gruppo ormai estinto, quello del “Deinocroton Draculi”. Anche se non è possibile estrarre il dna (troppo deteriorato, spiegano gli scienziati), il ritrovamento è comunque importante perché dimostra, o concorre a dimostrare, che le zecche di cento milioni di anni fa si nutrivano con il sangue di dinosauri pennuti.
Come spiega un membro della squadra, il prof. Ricardo Perez-de-la-Fuente, “Le piume erano presenti su un ampio numero di dinosauri teropodi”, anche tra quelli che non erano in grado di volare. “Si tratta, dal punto di vista evolutivo, di un’innovazione, almeno rispetto ai ritrovamenti attuali e alle prove molecolari”.
Insomma, i dinosauri – ma i più esperti lo sapevano già – avevano le piume, erano colorati e, per certi aspetti, somigliavano molto agli uccelli attuali. Ed è anche ovvio: i dinosauri sono gli uccelli attuali. Stupiti? Ormai il consenso è unanime, gli scienziati sono convinti, è un dato di realtà. Non serve, insomma, far rivivere qualche tirannosauro per vederli scorrazzare in giro. Basta alzare gli occhi.
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