Di Angela Mauro
Non c'è tempo. "Tra poche settimane potremo confrontarci in una campagna elettorale seria", diceva ieri Matteo Renzi chiudendo la sua Leopolda. E dunque si farà in tempo ad approvare la legge di bilancio, certamente, chissà se anche il biotestamento, ci si proverà, ma già lo ius soli rischia di non vedere la luce prima dello scioglimento delle Camere a fine anno. Figurarsi se ci sarà il tempo per una legge ad hoc del Pd sulle fake news: Renzi ha dato mandato che 'non ci sarà'.
Il dossier delle bufale online, imbracciato dal segretario del Pd come un'arma politica contro M5s e Lega in vista del voto di primavera, resta solo una linea di azione comunicativa del Nazareno per la campagna elettorale. Tra 15 giorni il primo report, targato Pd. La tesi – emersa in un'intervista a Renzi da parte del New York Times venerdì scorso e ripresa da Buzzfeed – accredita un collegamento in termini di codici indentificativi tra il sito 'Noiconsalvini.it' e un sito riconducibile ai cinquestelle. Si tratta dei codici che servono a tracciare il traffico web in termini di pubblicità, stesso codice si riscontrerebbe in altri siti di propaganda per Vladimir Putin.
Il M5s attacca: "E' tutto un giochino di Renzi". Ma certo al momento non ci sono prove certe e inconfutabili che Putin sia al lavoro per influenzare la campagna elettorale italiana. Non ce le hanno in casa Pd e tanto meno al Viminale.
Come apprende Huffpost da fonti del ministero degli Interni, Marco Minniti non è incaricato di seguire la vicenda da un punto di vista di azione istituzionale. Nel senso che non c'è un livello di allerta tale da giustificare un intervento delle forze dell'ordine addette al web, per chiarire.
Dunque cosa rimane? L'azione politica e mediatica del Pd contro gli avversari più temibili sul web: M5s e Lega. Anche Marco Carrai, amico di Renzi ed esperto di cybersecurity, spiega oggi al Corriere della Sera che con la sua agenzia stanno "lavorando con uno scienziato di fama internazionale alla creazione di un 'algoritmo della verità' che tramite 'artificial intelligence' riesca a capire se una notizia è falsa".
Ma questo non significa che Renzi stia pensando di approvare una legge ad hoc contro le bufale online. Perché la priorità del segretario Dem è andare al voto a marzo. E quindi al Senato la proposta di legge a firma del capogruppo Pd Luigi Zanda e della senatrice Dem Rosanna Filippin probabilmente verrà depositata (ma mentre scriviamo anche questo è incerto), certamente però finirà su un binario morto. Come sono già da tempo su un binario morto le altre proposte depositate sulle stesso argomento: quella del deputato Dem Andrea De Maria alla Camera e quella della senatrice Adele Gambaro, ex M5s ora nel gruppo Ala di Denis Verdini.
Lo stesso Zanda dice ad Huffpost che "al massimo il mio testo sarà una proposta di base per la prossima legislatura". E il senatore renziano Andrea Marcucci chiarisce: "Ai precisi riscontri del New York Times e di Buzzyfed sulle fake news in Italia, il M5S risponde che sono servizi ordinati da Matteo Renzi. Ovviamente nulla da dire su decine di profili, legati a Cinque stelle e Lega, che inondano la rete di notizie false e che condividono i medesimi codici. Segnaleremo costantemente ai social network le bufale diffuse on line, la prossima campagna elettorale non potrà essere giocata con queste fonti di inquinamento. Penso che sia un tema determinante da affrontare nella prossima legislatura".
Insomma, fake news sulle fake news. Anche se la notizia continua a girare sui media e sul web, una legge Dem ad hoc contro le bufale online non ci sarà. Al Senato l'iniziativa l'aveva presa la Filippin insieme a Zanda, ma è tramontata a questo punto perché non c'è l'ok del partito. Anche se tra Nazareno e Palazzo Chigi giorni fa è scattato l'allerta rosso quando l'account 'Virus5stelle' ha diffuso sui social una foto con Maria Elena Boschi e Laura Boldrini vestite a lutto titolando 'Guardate chi c'era a dare l'ultimo saluto a Riina?'. Un evidente fake con migliaia di condivisioni.
Ciò non toglie che la legge non ci sarà. Anche perché potrebbe essere un boomerang. Lo ha lasciato capire ieri lo stesso Renzi, parlando alla Leopolda: "Nessuna nuova legge in una legislatura 'in limine mortis", perché "ci direbbero che vogliamo censurarli". Ma "vi diciamo che ogni 15 giorni il Pd presenterà dei rapporti ufficiali sulla rete di tutte le schifezze che troviamo, non chiediamo interventi normativi". Insomma, per dirla con una battuta, contro le fake news una 'fake law'.
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