“Più che di fine vita io mi preoccupo della vita. A me piacerebbe che questo Parlamento si occupasse degli italiani che stanno vivendo. Un cittadino deve essere libero di scegliere, ma io mi preoccupo di più di quelli che stanno vivendo e stanno vivendo male. Poi di morte, di una buona morte, ci occuperemo al momento giusto”. Così il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha risposto in merito alla legge sul biotestamento ferma da mesi al Senato e che ora il Pd mira ad approvare entro la fine della legislatura, con i 5 Stelle pronti a votarla, come hanno già fatto alla Camera. L’obbiettivo dell’approvazione in tempi rapidi è stato ribadito anche da Matteo Renzi, domenica scorsa, alla chiusura dell’ottava edizione della Leopolda.
Salvini ha anche lanciato una provocazione al segretario del Pd: “Aspettiamo Renzi, quando smetterà di smanettare su Facebook vedremo cosa fare sulla legge sul finevita. Io mi occupo dei vivi. Quando sarà ora mi occuperò dei morti”. Parole che hanno riacceso lo scontro tra Pd e Lega. Ma le critiche non sono mancate anche da parte di altre forze politiche.
Le parole di Salvini non sono piaciute a Alessia Morani, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, che sempre su Twitter ha commentato: “La differenza tra noi e loro è tutta in questa frase crudele e senza rispetto per la sofferenza delle persone”.
Alla Morani fa eco la senatrice Giuseppina Maturani, vice presidente del gruppo Pd: “Le brutali espressioni utilizzate oggi da Salvini sul tema tanto delicato del biotestamento confermano tutta la sua totale inumanità nei confronti delle persone che soffrono e che chiedono di vivere con dignità gli attimi estremi della vita. Certo non ci si aspetta molto da chi come Salvini spesso utilizza un linguaggio violento e aggressivo nel confronto politico, ma quello che si chiede, in questi casi, è di avere rispetto del dolore e delle angosce dei malati senza strumentalizzazioni. La legge sul biotestamento è una legge attesa da molti che interroga la coscienza di ognuno di noi trasversalmente aldilà del colore politico”.
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