http://www.huffingtonpost.it/2017/11/13/a-toronto-apre-un-ristorante-in-cui-tutti-gli-chef-sono-sieropositivi-cosi-combattiamo-gli-stereotipi_a_23275258/
Tutti gli chef sono sieropositivi. A Toronto, in Canada, ha aperto il primo ristorante pop-up al mondo gestito da uno staff positivo all'HIV. L'obiettivo è quello di abbattere uno stereotipo e dimostrare che è possibile mangiare del cibo cucinato da chi è sieropositivo, perché - come cerca da anni di spiegare la comunità scientifica - il virus dell'HIV si trasmette solo e soltanto con l'ingresso di sangue infetto nell'organismo, tramite rapporti sessuali non protetti col preservativo e il latte materno.
Il ristorante si chiama June's ed è stato aperto da Casey House, un ospedale locale che da trent'anni si occupa di persone con HIV e di malati di AIDS. Il locale è stato lanciato in due serate, che hanno avuto entrambe un ottimo successo, facendo segnare il tutto esaurito, con circa 100 persone a volta. Al Toronto Sun, gli organizzatori hanno ammesso che in futuro sperano di organizzare altre serate simili.
"Vogliamo davvero sfidare i miti che ancora esistono intorno a questo argomento - ha affermato Joanne Simons, a capo della Casey House -. Credo che ci sia ancora la credenza che se ho contatti regolari con qualcuno che ha l'HIV, allora anch'io avrò possibilità di contrarre il virus, come se fosse una condanna a morte".
Il team è formato da 14 persone, ognuna con una storia da raccontare alle spalle. Muluba Habanyama, una delle cuoche coinvolte nel progetto, ad esempio, ha ricordato le sue sofferenze vissute da bambina con l'HIV: una volta una dei suoi tutor la portò a cena fuori ma la fece mangiare con posate e bicchieri di carta, mentre lei e suo marito mangiavano con quelli normali, per paura del contagio.
Queste e altre testimonianze sono necessarie per abbattere preconcetti e idee sbagliate. L'idea di aprire il ristorante è venuta agli organizzatori proprio aver letto un sondaggio realizzato in Canada secondo il quale metà delle persone contattate non si fiderebbe a mangiare del cibo preparato da una persona sieropositiva.
Ma cosa accade se un cuoco sieropositivo si ferisce in cucina? A questa domanda ha risposto la Simons, sottolineando quanto per i clienti non ci sia alcun rischio per la propria salute. "In molti ci hanno chiesto cosa avremmo fatto quando qualcuno dei nostri cuochi si fosse tagliato in cucina - ha affermato -. Ci comportiamo come farebbe chiunque: curi la persona ferita, pulisci la stanza e butti il cibo venuto a contatto col sangue. Lo faremmo a prescindere, si tratta solo di buon senso".
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