Di Claudio Cartaldo
Peppina se ne va tra le lacrime. L'anziana 90ene è stata costretta ad abbandonare la sua casetta in legno a San Martino di Fiastra.
Abusiva. È questa l'accusa dei magistrati, che le hanno negato la possibilità di rimanere nel paese dove ha sempre vissuto. Lei, con gli occhi rossi e pieni di lacrime, ha deciso di arrendersi allo Stato. La legge è legge, è vero. Ma non si poteva fare qualcosa per Peppina?
Giuseppina Fattori, 95 anni, viveva a Fiastra da 70 anni. Una vita di sacrifici e difficoltà abbattuti dal sisma dell'ottobre scorso. La sua casa non è più agibile, ma lei voleva vivere lì. Nella terra in cui è diventata donna, madre, nonna. I figli allora le avevano regalato una piccola casetta, niente di che. Ma pur sempre un rifugio dove passare gli ultimi anni che le rimangono. I giudici però non hanno voluto sentir ragioni: la casetta è abusiva e deve essere abbattuta. La famiglia aveva chiesto le autorizzazioni ma - per non pedere tempo - aveva comunque iniziato i lavori di costruzione.
Due settimane fa è stata emessa un'ordinanza di sfratto. Peppina ha provato ha resistere, ha fatto appello al buon senso: tempo che le autorizzazzioni arriveranno, lei potrebbe non esserci più. Niente da fare. Stamattina la famiglia l'ha caricata in auto per portala via in attesa che il 6 ottobre il Tribunale del Riesame valuti il caso. Lei aveva le lacrime agli occhi, il fazzoletto bianco a fermare quel pianto disperato. "Grazie a chi mi ha voluto bene e anche a chi mi ha fatto del male", ha detto ai cronisti accorsi a immortalare l'assurdo "sfratto". "Di casette così ce ne sono tante. Io non sono una santa ma sono sempre stata una persona onesta".
Un dolore inimmaginabile. "Non ho dormito stanotte, non me ne volevo andare ed ero preoccupata", ha raccontato a Cronache Maceratesi. Duro invece il commento di una delle figlie: "Oggi muore lo Stato per me - ha detto Agata Turchetti - Non sono più fiera di essere italiana. Sui social qualcuno ha scritto che oggi viene ripristinata la legalità. Io penso che oggi muoia l’umanità e anche la legalità. Perché una legge che provoca tanto dolore non può essere buona. I miei ideali muoiono insieme a mia madre che scenderà queste scale tra poco".
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