Di Rachele Nenzi
A leggere i verbali delle deposizioni delle vittime dello stupro di Rimini si rimane agghiacciati.
Le parole, le violenze e l'orrore perpetrato dal branco di immigrati fanno impressione. I tre minorenni (due fratelli marocchini di 15 e 17 anni anni e un 16enne nigeriano), di cui il Gip dei minori ha disposto gli arresti, e Gurlaim Butungu, il 20enne congolese considerato dai pm il capobranco, vengono descritti dalle vittime come violentatori senza alcuna pietà.
Il verbale della trans peruviana, la seconda ad essere stata stuprata dopo che il gruppo aveva già violentato una polacca in spiaggia, è dettagliato e ha spinto gli inquirenti a dare per assodato che i suoi aguzzini siano gli stessi che poco prima si erano macchiati di orrore sul lungomare. "Uno dei ragazzi neri mi ha preso per i capelli - mette a verbale la trans, come riportato da Libero - trascinandomi con forza oltre via Flaminia, dove vi erano cespugli rigogliosi. Io cercavo di oppormi (...) uno mi colpiva alla testa con una bottigliata, mentre il secondo mi sferrava un pugno allo zigomo".
Ad avvicinarsi per primo alla vittima è stato proprio Butungu, che voleva accertarsi la trans fosse una donna e non un uomo: "Tu chi cazzo sei, uomo o donna? - le grida - Tu che hai, la figa o il cazzo?". Per "provare" che dicesse la veritò le mette allora una mano sulla vagina. Poi urla: "Se c' hai il cazzo ti ammazziamo".
Il branco la minaccia di morte, Butungu ordina a uno dei minorenni di "tagliarle la faccia". Poi inizia la violenza sessuale: "Rimanevo in piedi - si legge nei verbali diffusi da Libero - mentre tre mi tenevano stretta e uno mi violentava, per poi darsi il cambio con il secondo giovane. Poi mi sdraiavano a pancia in su e anche qui venivo violentata dagli altri due giovani. Non contenti, i primi due che mi avevano violentata, ricominciavano a turno a violentarmi, eiaculandomi senza preservativo nella vagina".
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