Non sappiamo quanti corpi si nascondano in quel mare di sabbia che è il deserto del Teneré, in Niger. Una distesa di 1500 km dalla città di Agadez, da sempre punto di partenza di un numero infinito di rotte. Da tutta l'Africa occidentale i migranti passano da qui per raggiungere l'Europa attraverso la Libia. Qui, l'Italia e l'Europa stessa investono ingenti fondi per fermare le partenze. Basta, però, un versamento di denaro per convincere i trafficanti ad abbandonare il loro lavoro?
Già dall'insegna del centro di transito dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni il ruolo dell'Italia è chiaro. Almeno quindici sono i milioni di euro che abbiamo investito nell'implementazione di nuovi centri di assistenza per i migranti lungo la rotta del Sahel, soprattutto in Niger. Cinquanta, invece, sono i milioni di euro stanziati per il Governo nigerino per rafforzare i controlli alle frontiere.
Gran parte dell'economia della città si basa proprio sul passaggio e sul trasporto di esseri umani. "Sono 6565 le persone che lavorano nel traffico dei migranti nella sola regione di Agadez –spiegano le autorità locali – e finché non saranno tutti riconvertiti in altre attività ci sarà sempre il rischio che decidano di affrontare il deserto e sfidare la legge"
Nonostante gli accordi internazionali e la legge del 2015 che ha reso illegale il traffico di uomini, i migranti qui continuano ad arrivare e sono disposti a pagare cifre sempre più alte per essere trasportati in Libia. I ragazzi di vent'anni in attesa nei ghetti vogliono andare in Francia, in Germania e in Italia. A loro non importa se viaggiare nell'illegalità ha reso ancora più pericoloso il viaggio sulle nuove rotte del deserto: "Preferisco morire lì o nel mare piuttosto di morire in Nigeria!".
Tra i cortili della città vecchia incontriamo i veri padroni di Agadez: i trafficanti di uomini. "Lavoriamo da 30 anni con l'immigrazione. I nostri parenti, amici, fratelli mangiano solo grazie al traffico dei migranti. Oggi ci siamo dovuti adeguare e abbiamo smesso, in attesa di vedere quanti soldi ci mandate. Ma quelli che ci avete promesso non sono sufficienti... circa 2.500 euro a testa. Non bastano! Quei soldi, io sono abituato a guadagnarli con un solo carico di migranti!" ci spiega uno di loro.
Esiste un vero e proprio indotto prodotto dal traffico di uomini. Dai trafficanti agli autisti. Dai guardiani dei ghetti ai cuochi. Dai meccanici agli apprendisti fino ai venditori di taniche di acqua rivestite di juta che affollano il mercato di Agadez. A Piazzapulita, stasera, dalle 21.10 su La7, il reportage integrale di Salvatore Gulisano e Gabriele Zagni che punta a far luce sui fondi dati dall'Italia e dall'Europa al Niger per fermare le partenze.
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