Di Ivan Francese
L'Onu intende ritornare in Libia e vuole farlo con la propria forza armata: i Caschi Blu.
Ad annunciarlo è Ghassan Salamé, ex ministro libanese inviato speciale delle Nazioni Unite a Tunisi per la missione in Libia.
In una lunga intervista a La Stampa, l'inviato speciale delle Nazioni Unite annuncia l'invio di circa 250 uomini a Tripoli per garantire maggiore sicurezza nella capitale libica. "Le Nazioni Unite vogliono aumentare la propria presenza nel Paese - spiega - ma vogliono farlo garantendo la sicurezza. Dal 2014 non era stato possibile condurvi le nostre attività ". I caschi blu presidieranno i luoghi sensibili e tenteranno di rendere le operazioni delle Nazioni Unite il più sicure possibile.
Salamé ha espresso inoltre l'auspicio dei una prossima convocazione di elezioni presidenziali in tutta la Libia, oltre a invocare l'approvazione di una nuova costituzione. Due traguardi fondamentali ma impossibili da raggiungere se le consultazioni "non dovessero portare a una vera rotazione ma a un incremento delle cariche istituzionali". Imprescindibile, poi, l'accettazione del risultato elettorale da parte di tutti gli attori della scena politica.
Ineludibile, poi, il tema dei diritti umani dei migranti intercettati dalla guardia costiera libica e spesso costretti in centri di detenzione dove anche le condizioni di vita minime non vengono rispettate. Dopo aver ricordato l'impegno di Unhcr e Oim in questo campo, Salamé ha lodato anche il lavoro della Ue, a cui però chiede - e non si tratta di un passaggio secondario - di "esprimersi con una voce sola" sugli affari libici.
La pacificazione della nostra ex colonia, insomma, è un risultato difficile da perseguire, anche se non impossibile. Da inizio ottobre a proteggere la strada per la pace scenderanno in campo anche i Caschi blu.
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