Leo Varadkar, il capo del governo irlandese, ha confermato ieri al Parlamento che la prossima estate si terrà un referendum sull’abrogazione dell’ottavo emendamento della Costituzione, che equipara il “diritto alla vita del nascituro” al “diritto alla vita della madre”, rendendo di fatto illegale l’aborto in quasi tutte le circostanze. Il voto si terrà a maggio o giugno, poche settimane prima dell’attesa visita di Papa Francesco nel paese.
Il divieto di aborto in Irlanda è stato istituito per legge nel 1983 e fino al 2013, quando è stato reso possibile nei casi in cui sia a rischio la vita della donna, era totale. Le donne che abortiscono illegalmente rischiano fino a 14 anni di carcere, anche se non vengono puniti gli aborti eseguiti all’estero e migliaia di donne ogni anno ricorrono a questa soluzione per aggirare il divieto, viaggiando prevalentemente nel Regno Unito. Secondo i dati del ministero della Salute britannico sono state 165.438 tra il 1980 e il 2015.
Quando fu introdotto nel 1983, l’ottavo emendamento della Costituzione fu confermato dal 63 per cento degli elettori con un referendum, ma da tempo sembra che l’opinione pubblica sia cambiata su questo argomento. Varadkar ha definito la legge “troppo restrittiva” e lo scorso anno una commissione di cittadini istituita dal Parlamento aveva raggiunto simili conclusioni.
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