Hillary Clinton rivela in un'autobiografia "cosa è successo", "What happened" (edito da Simon&Schuster, 494 pagine, in uscita negli Stati Uniti il 12 settembre), durante la campagna elettorale persa contro Donald Trump. E se la prende soprattutto con il suo partito. Duri attacchi al suo avversario nelle primarie, Bernie Sanders, e frecciatine al presidente uscente, Barack Obama, si leggono nell'anteprima riportata dall'Indipendent.
"Sanders mi ha danneggiato duramente. [...] Ha alluso a commenti sessisti e mi ha attaccata sul personale. [...] Quando finalmente l'ho contraddetto in un dibattito, e avevo ragione, non ha saputo trovare nulla per replicare. Tuttavia i suoi attacchi hanno causato danni duraturi, rendendo più difficile unificare i progressisti in vista delle elezioni e favorendo la campagna di Trump".
E Obama? L'ex presidente ha mediato, ma probabilmente non abbastanza.
"Mi ha imposto di non replicare agli attacchi di Sanders. [...] Mi ha fatto stringere i denti dicendo di non pensarci. Ma mi sentivo come intrappolata in una camicia di forza".
Hillary Clinton - continua la CNN - si chiede anche se una denuncia più forte di Obama sull'intromissione della Russia nella campagna elettorale avrebbe potuto cambiare qualcosa. E di Putin dice:
"La cosa che volevo di più era dimostrare a Putin che i suoi sforzi per influenzare le elezioni e installare alla Casa Bianca un suo burattino erano falliti".
Sull'edizione odierna di Repubblica si legge inoltre:
"Io ho condotto una campagna tradizionale, mentre Donald Trump faceva un reality-show che aizzava la rabbia e il risentimento degli americani".
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