Di Alessandra Benignetti
Mentre sul mondo, dopo l’ultima provocazione di Kim Jong-un, torna ad incombere lo spettro di una guerra termonucleare, in Kazakhstan si moltiplicano gli sforzi per costruire un mondo libero dalle armi atomiche.
Un passo avanti verso la non proliferazione nucleare
È proprio tra i grattacieli di Astana, infatti, l’avveniristica capitale kazaka che in questi giorni ospita l’Expo dedicato all’energia del futuro, che è stata inaugurata la prima riserva di uranio a basso arricchimento di proprietà dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. L’obiettivo della Low Enrichment Uranium (LEU) Bank, questo il nome del fondo, è quello di fornire l’ingrediente principale del combustibile nucleare a tutti i Paesi che rispettano gli obblighi sulla non proliferazione, evitando così che nuovi Stati – sono almeno 30 nel mondo quelli che vogliono costruire la loro prima centrale atomica – decidano di avviare programmi autonomi di arricchimento dell’uranio. Se è vero, infatti, che sempre più Paesi scelgono il nucleare per ridurre le emissioni di CO2 ed allentare la dipendenza dal petrolio, è anche vero che gli impianti con cui si produce il combustibile per l’energia sono gli stessi usati per sviluppare le armi atomiche. È il caso dell’Iran. Ma soprattutto della Corea del Nord, che in queste ore, con il lancio del primo missile in grado di trasportare una testata nucleare a largo della provincia giapponese di Hokkaido, continua a tenere la comunità internazionale con il fiato sospeso. Garantire lo stoccaggio continuo di 90 tonnellate di combustibile nucleare, disponibili in caso di interruzioni improvvise delle forniture all’interno del mercato tradizionale, significa, quindi, per l’AIEA, promuovere lo sviluppo dell’energia atomica e, allo stesso tempo scongiurare l’avvio di nuovi programmi nucleari militari, con tutto ciò che ne consegue.
Fonte e articolo completo:http://www.occhidellaguerra.it/kazakhstan-uranio-atomica/
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