Di Chiara Sarra
Charlie Gard non può essere trasferito al Bambin Gesù di Roma che pure si è offerto di ospitarlo.
A nulla è valso - finora - l'impegno del Vaticano che ieri ha promesso di fare "tutto il possibile" per portare in Italia il bimbo di 10 mesi a cui già è stata negata dal tribunale una cura sperimentale per la malattia genetica che lo affligge.
Questa mattina ha provato a intercedere il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che ha chiamato il suo omologo Boris Johnson e ha colto l'occasione per sollevare il caso del piccolo. Il ministro britannico ha però ringraziato e ribadito che ragioni legali impediscono alla Gran Bretagna di accogliere l'offerta.
Intanto il caso potrebbe finire all'Europarlamento, dal momento che 40 eurodeputati hanno firmato una lettera per appoggiare la famiglia Gard: "Ci riteniamo obbligati ad esprimere le nostre preoccupazioni più profonde riguardo al risultato oltraggioso del caso di Charlie, che infrange i valori fondamentali dell'Europa, in particolare il diritto alla vita, il diritto alla dignità umana e all'integrità personale", scrivono nella lettea aperta, "Charlie Gard è un bambino di 10 mesi che soffre di una condizione medica rara e minacciosa per la vita, attualmente dipendente dal supporto alla vita in uno degli ospedali di Londra. I suoi medici hanno concluso che egli non ha più diritto di vivere in questo mondo e hanno chiesto l'approvazione dei tribunali per interrompere la sua cura salvavita, inclusa la nutrizione e l'idratazione. Purtroppo, sia i giudici nazionali che la Corte europea dei diritti dell'uomo si sono identificati con il ragionamento dei medici e hanno deciso di mettere fine alla vita di Charlie in assoluta contraddizione con la volontà dei suoi genitori. Possibile che anche oggi, nel ventunesimo secolo, in tempi in cui noi stessi definiamo la nostra epoca come quella che rispetta i valori fondamentali della vita e della dignità umana, il Regno Unito non agisca nel migliore interesse dei suoi cittadini?".
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