http://www.lastampa.it/2017/06/21/esteri/la-corte-ue-non-indispensabile-la-certezza-scientifica-per-dimostrare-i-danni-prodotti-da-un-vaccino-jIs5jUBMqbYhlz0UqBB5nM/pagina.html
I giudici della Corte di Giustizia hanno decretato che non è indispensabile la certezza scientifica per provare che una malattia sia stata causata da un vaccino. Bastano indizi «gravi», come l’assenza di precedenti familiari e l’esistenza di un numero significativo di casi a seguito di somministrazione dei vaccini, per formare una «prova».
In particolare, si legge nella sentenza, che «il giudice, in mancanza di prove certe e inconfutabili, può concludere che sussistono un difetto del vaccino e un nesso di causalità tra quest’ultimo e una malattia sulla base di un complesso di indizi gravi, precisi e concordanti, qualora tale complesso di indizi gli consenta di ritenere, con un grado sufficientemente elevato di probabilità , che una simile conclusione corrisponda alla realtà . Infatti, un regime probatorio del genere non è tale da comportare un’inversione dell’onere della prova gravante sul danneggiato, poiché spetta a quest’ultimo dimostrare i vari indizi la cui compresenza permetterà al giudice adito di convincersi della sussistenza del difetto del vaccino e del nesso di causalità tra il medesimo e il danno subìto».
Ma avverte anche che «i giudici nazionali devono assicurarsi che gli indizi prodotti siano effettivamente sufficientemente gravi, precisi e concordanti da consentire di concludere che l’esistenza di un difetto del prodotto appare, tenuto altresì conto degli elementi e degli argomenti presentati a propria difesa dal produttore, la spiegazione più plausibile dell’insorgenza del danno».
Le motivazioni di questa sentenza riguardano il caso del «sig. W. » a cui tra la fine dell’anno 1998 e la metà dell’anno 1999, è stato somministrato un vaccino contro l’epatite B prodotto dalla Sanofi Pasteur di Parigi. Nell’agosto 1999, il sig. W ha iniziato a manifestare vari disturbi, che hanno condotto, nel novembre 2000, alla diagnosi di sclerosi multipla. Il sig. W è deceduto nel 2011. Fin dal 2006 lui e la sua famiglia hanno promosso un’azione giudiziaria contro la Sanofi Pasteur per ottenere il risarcimento del danno che il sig. W affermava di aver subìto a causa del vaccino.
«Nel caso di specie, viene fatto riferimento, in particolare - scrivono i giudici - , alle eccellenti condizioni di salute pregresse del sig. W, alla mancanza di precedenti familiari e al collegamento temporale tra la vaccinazione e la comparsa della malattia».
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