È finita con 28 anni di anticipo rispetto alla condanna, la sua permanenza in carcere. Chelsea Manning ha lasciato oggi dalla prigione di Fort Leavenworth, in Kansas, grazie alla decisione di Obama, a lungo meditata e presa negli ultimi giorni della sua presidenza, di ridurgli la pena a sette anni. L’analista informatico dell’esercito, colpevole di aver trasferito a WikiLeaks centinaia di migliaia di documenti segreti del Pentagono, quando fu arrestato si chiamava Bradley.
Chelsea Manning, nota in precedenza come soldato Bradley Manning, è nata uomo ma, dopo la condanna per spionaggio, ha rivelato che si sentiva una donna. Ha dunque chiesto di essere chiamata con il nome femminile e ha rivendicato il diritto al cambio di sesso in carcere.
Una volta fuori dal carcere, Manning potrebbe diventare un’attivista dei diritti dei transgender. Resterà un militare e anche se non riceverà uno stipendio, potrà comunque godere di alcuni benefit, come l’assicurazione sanitaria. Chelsea, che in passato aveva cercato di suicidarsi almeno due volte, si è detta ottimista per il suo futuro e ha ringraziato l’ampio movimento che negli anni l’ha sempre difesa, contro le accuse di chi la ritiene una traditrice. Tra questi il presidente Trump.
È stata proprio la vicinanza dei supporter, ha spiegato, ad aiutarla anche nei periodi più neri. La giovane, che da oggi dovrà confrontarsi con l’essere diventata un personaggio pubblico negli anni della sua prigionia, probabilmente andrà a vivere in Maryland. Siccome appunto non riceverà uno stipendio, WikiLeaks ha creato un fondo per raccogliere i soldi che serviranno ad aiutare Manning almeno in questo inizio di nuova vita.
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