"Partenze di massa verso l'Italia". La strategia per riempirci di migranti
Di Sergio Rame
"Lo dimostrano gli ultimi due naufragi". A pochi giorni dagli ultimi naufragi del mare, che avrebbero provocato la morte di almeno duecento migranti, tra cui numerosi bambini e tante donne, Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr, svela all'Adnkronos la "strategia deliberata dei trafficanti di esseri umani".
"Fanno partire i migranti sempre più in massa e in condizioni sempre più precarie - spiega - fanno riempire i gommoni sempre di più". Una strategia allarmante, anche alla luce della denuncia della Guardia Costiera libica che, nei giorni scorsi, aveva accusato le Ong che operano nel Mar mediterraneo di "aver aumentato il numero degli sbarchi" facendo "credere agli immigrati in Libia che verranno comunque soccorsi".
Il gommone naufragato ieri, provocando 82 morti, è affondato neppure 7 o 8 ore dalla partenza dalla Libia. A bordo, stando a quanto fanno sapere dalla Libia, c'erano 182 persone. Di queste sono sopravvissute in cinquanta. "Per noi - commenta all'Adnkronos la Sami - è un momento di grande allarme, perché le vittime del mare durante le traversate sono sempre di più. Ricordo solo che dall'inizio dell'anno le vittime sono oltre 1.300, tra cui tante donne e molti bimbi piccoli". Proprio ieri l'Alto Commissario per i rifugiati da Ginevra, Filippo Grandi, ha ribadito che "il salvataggio è un principio fondamentale". Peccato che questo "principio" non abbia fatto altro che peggiorare la situazione e, di conseguenza, i morti. "Le organizzazioni presenti nel Mar Mediterraneo con la missione di salvare i migranti - ha spiegato nei giorni scorsi il capo della Guardia Costiera libica per la regione centrale, Rida Aysa - hanno dato loro ad intendere che saranno inevitabilmente soccorsi e questo ha aggravato la crisi, aumentando il numero di migranti".
Per Carlotta Sami, però, "dire che siano i salvataggi a provocare queste partenze non è corretto e a confermarlo ci sono le ricerche approfondite e neutrali che dimostrano come i salvataggi in mare non siano un fattore di attrazione. La gente parte per la disperazione". La portavoce dell'Unhcr non riesce, tuttavia, a spiegare come evitare tutti questi morti in mare e, soprattutto, come fermare (una volta per tutte) questa ondata di partenze massiccia. Sullo scandalo, che in questi giorni ha travolto le Ong, la Sami non si vuole esprimere. Preferisce aspettare il report della Commissione del Senato che dovrebbe portare chiarezza sul ruole che queste stanno avendo nell'emergenza immigrazione. "Ci auguriamo - si limita a concludere - che tutti i responsabili siano in grado di stabilire l'assoluta necessità di salvare vite umane".
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