Di Vincenzo Bisbiglia
“Il Campidoglio presenti un piano rifiuti adeguato per risolvere l’emergenza entro 22 giorni, non nel 2022”. “Sui rifiuti il Lazio è sottodimensionato, lo dice il Governo. Zingaretti ne prenda atto e lavori: impiantistica è sua competenza”. A dirsele in faccia sono Regione Lazio e Comune di Roma, il presidente Nicola Zingaretti e la sindaca Virginia Raggi. Con le strade della Capitale che sono sommerse dai rifiuti e la città avvolta da un odore nauseabondo – condizione che per una volta supera gli steccati sociali e accomuna quartieri “alti” come Parioli e Trieste alle periferie di Tor Bella Monaca e Tor Sapienza – il governatore Zingaretti trova terreno fertile per tornare a incalzare l’amministrazione Cinquestelle, “sempre con lo spirito di collaborazione di chi vuole aiutare”.
Per la Regione servono “misure urgenti, credibili ed efficaci”, come dice l’assessore all’Ambiente Mauro Buschini, perché “i piani rivoluzionari possono essere entusiasmanti, ma la normale e ordinaria gestione quotidiana ha bisogno di scelte concrete, rapide e risolutive”: il confronto, secondo l’assessore, rischia di essere impietoso perché su “378 Comuni, molti dei quali peraltro impegnati ad accettare, trattare e smaltire i rifiuti di Roma Capitale, soltanto a Roma vi è una situazione che manifesta gravissime criticità che non si registrano in nessun altro territorio”. Un gancio destro ben assestato quello del governatore, al quale da Palazzo Senatorio prova a replicare l’assessora Pinuccia Montanari. “Non c’è alcuna emergenza rifiuti” assicura: “Noi in pochi mesi abbiamo approvato e stiamo attuando un Piano che prevede l’obiettivo di raggiungere il 70 per cento di raccolta differenziata” ribadisce. In più, come afferma il segretario dei Radicali, Riccardo Magi, “la giunta regionale di centrosinistra in più di quattro anni di governo non ha saputo cambiare un piano rifiuti che ancora contempla l’ormai chiusa discarica di Malagrotta“.
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