Di Marco Berchi
“E ora lasciamo parlare le immagini”. La tipica frase da conduttore televisivo spesso si presta ad essere usata anche in tema di viaggi e turismo, là dove più che il “fare” e il “visitare” l’attività principale del viaggiatore è il “vedere”.
È il caso del Keukenhof, il celeberrimo parco floreale olandese che ogni primavera sboccia — è il caso di dirlo — e diventa un bestseller mondiale per capacità di attrazione turistica e, soprattutto, per bellezza. Lo abbiamo visitato per voi qualche giorno fa e il consiglio è uno solo: andateci, una volta nella vita. Con i seguenti corollari: approfittate della vicinanza all’Italia e della comodità di viaggio (ne parleremo più avanti); sbrigatevi se volete andarci quest’anno (chiude il 21 maggio); segnatevelo sul calendario se puntate al 2018 (da fine marzo a maggio).
Le immagini, dunque. Lasciamo a loro la descrizione più compiuta della nostra visita e costruiamo questo articolo puntando alle informazioni di servizio per fiondarsi in Olanda e passare una giornata tra i tulipani.
CHE COS’È
Più di 7 milioni di bulbi fioriti di oltre 800 qualità, disseminati su oltre 32 ettari di parco, tra aiuole, giardini ispirazionali, viali, laghetti e corsi d’acqua. Il Keukenhof è senza dubbio tra i più grandi parchi floreali al mondo, vetrina di un’economia del fiore che ha reso famosa l’Olanda e che, nel 1637, dette vita alla prima bolla finanziaria della storia, come racconta l’esposizione Tulpomania ospitata all’interno del parco in uno dei sei padiglioni-serra coperti.
Il Keukenhof è il cuore di un’intera regione olandese caratterizzata dalla coltivazione dei bulbi e infatti il parco è interamente circondato da campi coltivati (e colorati) tra cui ci si può muovere in auto, bicicletta o battello.
Teatro di eventi, corsi di botanica e festival, il Keukenhof presenta ogni anno un tema speciale che ispira un’altrettanto speciale composizione gigante. Il tema 2017 è il design olandese e infatti la composizione è la riproduzione floreale di una celeberrima tela del pittore Mondrian.
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