Obama a Milano: “La mancanza di cibo è una delle cause dell’immigrazione”

mag 9, 2017 0 comments


Il clou della seconda giornata italiana di Barack Obama è l’intervento al summit forum sull’innovazione alimentare Seed&Chips. Obama ha iniziato il suo discorso ringraziando il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e l’ex premier Matteo Renzi e l’ex sindaco Letizia Moratti per «l’impegno in Expo». «La mancanza di cibo è una delle cause del’immigrazione» ha detto sottolineando che gli Stati Uniti «non sarebbero quello che sono senza il contributo di milioni di italiani che hanno anche dovuto subire discriminazioni, ma che con fede, convinzione e lavoro duro hanno avuto successo dappertutto e hanno rafforzato gli Stati Uniti». 

Poi ha parlato del futuro della terra spiegando che l’obiettivo dev’essere quello di «sviluppare sistema non soggetto ai cambiamenti climatici» e sottolineando che «l’uomo ha causato molti problemi al pianeta e adesso deve risolverli». «Vi porto i saluti di Michelle. E vi dico che torneremo molto spesso in Italia». «Ricordiamo i nostri viaggi in Toscana, a Roma, lei ricorda il suo viaggio a Milano per Expo con Sasha e Malia. Per questo dico, torneremo molto spesso in Italia» ha detto. «Vi prometto che torneremo tantissime volte qui in Italia» ha ripetuto.  

La visita al Cenacolo  
«Straordinario... Leonardo è un genio». Con queste parole l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, da ieri a Milano per partecipare (oggi, martedì 9 maggio, alle 14) al Seeds&Chips - The Global Food Innovation Summit, il convegno internazionale sulla food innovation in corso alla Fiera di Rho, ha commentato stamattina il capolavoro di Leonardo da Vinci conservato al Cenacolo. Accompagnato nella sua visita dal ministro dei Beni culturali Franceschini, dal direttore del Polo Museale Lombardo, Stefano L’Occaso e dalla direttrice del Cenacolo Vinciano, Chiara Rostagno, Obama è rimasto una ventina di minuti a Santa Maria delle Grazie. «È stata una visita appagante per come Obama ha dimostrato di conoscere il nostro patrimonio - ha riferito ai giornalisti L’Occaso -. Si è informato in particolare sullo stato e sulle tecniche di conservazione dell’affresco ed è rimasto entusiasta di questo luogo».  

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Obama, era giunto al Cenacolo Vinciano intorno alle 10,25 di questa mattina. Il celebre dipinto di Leonardo è custodito presso la basilica di Santa Maria delle Grazie e Obama ha raccontato di essere stato consigliato dalla moglie Michelle sull’importanza di non perdere questo sito durante la sua trasferta in Italia a Milano.  

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Fin dalle prime ore di quest’oggi l’area del piazzale di fronte alla chiesa era stata transennata e resa inaccessibile e la folla si è assiepata intorno alle transenne. Le persone sono comunque riuscite a vedere Obama quando è sceso dall’auto.  


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L’ex presidente degli Stati Uniti è stato accolto con un caloroso saluto dalle persone che lo attendevano dalle 9 di questa mattina. 

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Questo pomeriggio, durante uno dei momenti di Seeds&Chips - The Global Food Innovation Summit, ci sarà anche la consegna delle chiavi della città da parte del sindaco di Milano Giuseppe Sala nelle mani dell’ex presidente americano.  

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Della consegna del sigillo se ne parla da settimane ma non era chiaro quando sarebbe avvenuta. In queste ultime ore la conferma del cerimoniale.  

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«Sarà un incontro privato - spiega il primo cittadino - se non altro per questioni di sicurezza, con qualche partecipante. Vedremo di testimoniarlo almeno con la fotografia. Ma sono molto felice di potergli consegnare le chiavi». 


Il primo cittadino sottolinea ancora una volta il legame tra queste fiere e Expo, «e qui la cosa bella sono i giovani. Qui ci sono tanti giovani imprenditori da tutto il mondo, vuol dire che questo tema è molto attrattivo, ha opportunità di business e permette di mettere insieme questioni sociali con quelle dell’economia».  

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«Quella di quest’anno è un po’ una prova - aggiunge - . Questa idea della food week ha fatto numeri straordinari, sentivo che Taste of Milano ha fatto più 20-25 per cento, oggi vedremo con Obama». E si pensa già all’anno prossimo: «Ci sarebbe un po’ questa idea di creare una sorta di Davos del futuro. Ci vuole tempo e pazienza». 

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