Il primo passo verso il Triplete. La Juventus che all’Olimpico aveva sprecato tre giorni fa un match point scudetto per eccesso di morbidezza, non ci pensa su e come dice il suo demiurgo Allegri comincia a raccogliere vittorie: la prima è la Coppa Italia, strappata alla Lazio con un uno-due nei primi 25 minuti che restituisce l’immagine di una Signora spietata. Chiamata ora a prendersi il sesto scudetto consecutivo domenica col Crotone, per poi dedicarsi all’impresa più affascinante, la finale Champions.
Intanto, un piccolo triplete Allegri l’ha già chiuso, vincendo la terza Coppa Italia in tre anni. Lo ha fatto spazzando via con il 2-0 finale la resistenza di una Lazio pimpante ma troppo leggera, che ha pagato inferiorità tecnica e divario fisico. Forse anche le scelte di Inzaghi: Parolo si è rivelato un rischio, Keita meno ma visto l’Anderson del secondo tempo forse qualcosa di diverso si poteva tentare. D’altra parte se Dani Alves sfodera colpi di classe, Higuain è una furia sottoporta e nei recuperi, e Dybala un ballerino sulle punte che tira dritto verso la porta, c’è poco da fare per tutti.
Il palcoscenico dell’Olimpico è da notti magiche. Gremite le curve come di rado si vede a Roma, e soprattutto vestite a festa: una gigantesca aquila campeggia in curva Nord, la Sud riservata agli juventini è un mare di tricolori per la gioia del presidente Mattarella, seduto in una tribuna autorità da overbooking; poco più in là, Raggi jr in maglia biancoceleste al fianco della mamma sindaca. L’inno è cantato da tutto lo stadio sulla voce di Lodovica Comello, e la sfida parte.
Allegri schiera una difesa a quattro con Barzagli a destra e Dani Alves davanti, la linea a tre si completa con Dybala e Mandzukic. Dall’altra parte Simone Inzaghi preferisce Keita a Felipe Anderson: scelta che la cattiva sorte non premia. La partenza infatti, a sorpresa, è della Lazio consapevole di dover andare in vantaggio per sperare di frenare il gigante bianconero. Ma grinta e cattiveria dei ragazzi di Allegri stasera sono altra cosa rispetto a domenica scorsa contro la Roma, e non è solo questione di titolari.
Dopo un tiro di Chiellini bloccato da Strakosha, Keita ha la prima palla gol: Milinkovic Savic ruba palla a Dani Alves e dalla difesa lancia sulla fascia sinistra, il senegalese negli spazi va a mille e da dentro l’area di destro supera Neto, ma non il palo al suo fianco. La Juve sente il campanello di allarme e la partita vive 25’ elettrizzanti, tutti di marca bianconera. Tre tocchi di prima e Higuain arriva al gran destro respinto dal portiere della Lazio (7’), poi al 12’ la combinazione vincente Alex Sandro-Dani Alves: sul lancio del primo Lulic si perde il secondo, ed è 1-0. A questo punto la Juve è una marea e la diga Lazio davvero fragile.
Dybala sfrutta un contropiede tre contro tre con un destro respinto da Strakosha sui piedi di Alves, la cui palla in mezzo è sprecata da Higuain che sottoporta spara sul portiere. Al minuto venti Parolo, in dubbio alla vigilia, deve uscire per Radu. La Juve non si intenerisce. Ancora Dybala, ancora in contropiede, e al 24’ Milinkovic - tra i pochi laziali in partita - ci mette una pezza. Ma un minuto dopo arriva il 2-0, firmato Bonucci: sullo schema d’angolo la difesa Lazio è sorpresa, e anche poco reattiva.
La squadra di Inzaghi prova a rialzare la testa, ma neanche di fronte ai ritmi più lenti della Juve in cerca di contropiedi trova la chiave giusta. A centrocampo i biancocelesti cominciano a entrare duro ma è tardi, e dice loro bene che Tagliavento tenga in tasca il giallo. Al 32’ Immobile di testa va fuori; lo spreco di due ripartenze indica che la Lazio non ha il cinismo giusto. E neanche la sorte: il colpo di testa di Milinkovic è bloccato da Neto al 47’.
La Lazio rientra in campo cercando il gol subito per riaprire i giochi, la Juve gestisce. E quando innesca il trio Dybala -Higuain-Mandzukic (6’) rischia di far male. Inzaghi capisce e manda dentro Felipe Anderson dopo otto minuti; il brasiliano subito prova a risvegliare la partita, sul destro velenoso Neto è attento. Al 12’ dal suo piede parte il cross su cui Immobile schiaccia travolgendo Barzagli, Neto frena a mano aperta e l’occhio di falco dice che non è gol. Basta è molle al tiro al 22’, Wallace no nell’anticipare in area Dybala che protesta invano per un rigore. I pericoli bianconeri arrivano sempre dalla classe di Dani Alves: dal suo tunnel su Lulic nasce un assist per Higuain murato. Il pallone della speranza Lazio passa invece per i piedi del neoentrato Luis Alberto (bel destro bloccato da Neto) e soprattutto di Keita, il cui destro al volo in area è alto. La Lazio ha il merito di non arrendersi, ci riprova con Immobile (32’) e Keita (34’) ma nel mezzo Allegri si consente di dare il cambio a Dybala, acclamato dall’Olimpico bianconero. Finisce con Higuain che si mangia il terzo gol davanti a Strakosha, sarebbe stato troppo per la Lazio. La curva bianconera festeggia cantando `ce ne andiamo a Cardiff´.
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