IL MITO DEI "LUPI SOLITARI" DELL'ISIS
Di Salvatore Santoru
Per tanto e troppo tempo si sono descritti gli attacchi terroristici dell'ISIS come opera di ragazzi solitari disagiati "autoradicalizzati" sul web.
Tale narrazione si sta rivelando giorno dopo giorno più una sorta di "costruzione mediatica" e l'ultimo caso di Manchester lo dimostra.
Il fatto è che i cosiddetti "lone wolves" dell'ISIS sono ben poco "lupi solitari" ma praticamente tutte le indagini sui terroristi hanno dimostrato sinora che tutti avevano diversi contatti jihadhisti e la stragrande maggioranza di essi era attiva nel mondo della delinquenza e della criminalità giovanile.
Inoltre,quasi tutti avevano frequentato moschee abusive estremiste in cui si erano indottrinati o avevano frequentato moschee per loro troppo "infedeli" e da cui si erano distaccati per estremizzarsi con altri individui.
La "narrazione egemone" del ragazzo che si radicalizza dopo aver visto un video dell'ISIS su Youtube o un sito web del Califfato e organizza un'attacco terroristico per fare "sentire la propria voce al mondo" e combattere i suoi disagi(economici,psichici,relazionali ecc)è assai poco aderente alla realtà.
Difatti,la realtà dice che questi terroristi facevano già parte di network islamisti radicali(direttamente o meno),che non sono necessariamente disagiati economici(il caso di Manchester lo dimostra),che utilizzano il web non tanto o non solo per autoradicalizzarsi ma per organizzare i contatti con altri jihadhisti e molti di loro sono sicuramente deviati mentali ma i disturbi e le malattie mentali non spiegano la situazione, come ho già scritto in un recente articolo(1).
La censura del web e altri metodi proposti come soluzione al terrorismo risolveranno ben poco(se non niente), la questione è molto più complessa della narrazione incentrata sui cosiddetti "lupi solitari".
NOTA:
(1)https://informazioneconsapevole.blogspot.it/2017/05/il-terrorismo-islamista-e-gli-attaccchi.html
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