Di Andrea Nepori
Facebook dovrà cancellare i post offensivi contro la leader del partito dei Verdi in Austria, Eva Glawischnig. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Vienna con una sentenza emessa alla fine della scorsa settimana. Il tribunale ha specificato che il social network dovrà cancellare i contenuti d’odio e qualsiasi altro post condiviso che riporti le stesse identiche offese, un’operazione definita banale per l’azienda da un punto di vista tecnico.
Il caso ha rilevanza internazionale, perché la corte ha imposto a Facebook di cancellare i contenuti non solo dalla versione austriaca della piattaforma ma anche in tutte le altre nazioni in cui il social network è attivo.
Per l’azienda di Menlo Park non vi sarà invece l’obbligo di eliminare contenuti analoghi, seppur offensivi nei confronti di Glawischnig. Questo punto rimane centrale per l’accusa che vorrebbe costringere il social network ad eliminare anche altri post simili a quelli incriminati. Su questa base gli avvocati dei Verdi porteranno il caso davanti alla Corte Suprema austriaca nelle prossime settimane.
“Facebook deve accettare l’accusa di essere diventata la più grande piattaforma del mondo per l’odio e ammettere che non sta facendo nulla per risolvere la situazione”, ha detto il parlamentare dei Verdi Dieter Brosz. Dall’azienda non è pervenuto al momento alcun commento sulla decisione della Corte d’Appello di Vienna.
Nel frattempo in Germania il parlamento si prepara a discutere e a votare la legge contro i contenuti d’odio a mezzo social, approvata di recente dal governo Merkel. La proposta prevede l’obbligo di cancellazione di post, immagini e video palesemente illegali e sanzioni amministrative fino a 50 milioni di Euro per i provider nel caso la rimozione non avvenga entro 24 ore dalla segnalazione da parte degli utenti.
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