Piigs, il documentario sulla crisi economica che vi farà odiare la Banca Centrale Europea
Di Davide Turrini
I dogmi dell’austerity imposti dalla troika europea agli stati dell’Eurozona sono pure invenzioni senza senso, imbarazzante frutto di calcoli volutamente sbagliati, ma soprattutto le misure draconiane fatte di tagli alla spesa pubblica hanno chiaramente creato più danni di prima. Guardi e ascolti economisti più o meno illuminati, memorizzi complessi ragionamenti e spiegazioni, ti arrabbi e imprechi contro la Banca Centrale Europea seguendo Piigs, il documentario diretto da Adriano Cutraro, Federico Greco e Mirko Melchiorre che uscirà nelle sale italiane il 27 aprile 2017. Un’ora e dieci di immagini con la voce narrante di Claudio Santamaria, ideate sulla falsariga della pungolatura concettuale di un Michael Moore, e coniugate con un devastante realismo alla Ken Loach. L’acronimo ideato da un giornalista dell’Economist nel 2009, ovvero i P.I.I.G.S., quegli staterelli europei inferiori dal debito pubblico insostenibile (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna), riecheggia come una maledizione eterna e volontaria tra le pieghe di una cronistoria “europeista” degli ultimi 25 anni mai come oggi, anno domini 2017, finita per essere sinonimo di una strana, sballata e squilibrata concezione della democrazia.
Tra le pacate e disarmanti riflessioni di Noam Chomsky e un paio di guest star che analizzano il disarmante presente, come il professore della London School of Economics, il belga Paul de Grauwe, o l’insider finanziario Warren Mosler, il lavoro di Cutraro, Greco e Melchiorre tende a sbugiardare quei dogmi economici assoluti dell’ideologia neoliberista nata con la scuola di Chicago a fine anni settanta, ripetuti ossessivamente dai governanti europei per far digerire lacrime e sangue ai propri cittadini dall’inizio del sogno europeo nel 1992 fino a oggi: debito pubblico, deficit, inflazione, costituzione europea. Per demolire il mantra del debito pubblico si pesca perfino dal Colbert Show statunitense, dove lo studente Thomas Herndon ha scoperto che nei documenti di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, con cui l’Unione Europea ha giustificato le misure di austerity, ci sono dei banalissimi errori di allineamento di fogli e colonnine Excel. Per spiegare che il rigido parametro del 3%, il famigerato rapporto tra deficit e PIL ripetuto come un rosario, tra gli altri, dall’ex presidente del consiglio Renzi, è una letterale invenzione a casaccio, ecco la testimonianza di Guy Abeille, ex funzionario del ministero delle finanze quando all’Eliseo era presidente Mitterand. “Il presidente voleva fissare un tetto alla spesa pubblica, cercava uno strumento semplice e per uso interno, nessuna teoria economica”, spiega Abeille. “In nemmeno un’oretta mettemmo il deficit in rapporto al PIL e con un’operazione alquanto casuale e legata ai parametri dell’epoca ci risultò il 3%. Fu poi Trichet nel 1992 durante la preparazione del Trattato di Maastricht a tirare fuori quel parametro. Noi in Francia abbiamo un numero che funziona bene, possiamo utilizzarlo. E così nacque totalmente priva di senso quella cifra”.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/27/piigs-il-documentario-sulla-crisi-economica-che-vi-fara-odiare-la-banca-centrale-europea/3546664/
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