Di Antonella Mariotti
La scrittrice italiana naturalizzata keniota, Kuki Gallmann, 73 anni, è stata ferita a colpi di arma da fuoco nel suo ranch, a circa 300 chilometri da Nairobi, presumibilmente da un gruppo di pastori che hanno invaso la tenuta in cerca di pascoli per salvare i loro animali dalla siccità. Il vice presidente dell’associazione dei contadini di Laikipia, Richard Constant, ha detto che probabilmente a sparare sono stati i pastori della comunità di Pokot che già in passato erano entrati illegalmente nella tenuta della scrittrice. La donna è in gravi condizioni in uno degli ospedali di Nairobi.
La Gallmann stava pattugliando il ranch insieme al suo autista quando è stata raggiunta da un colpo allo stomaco. Secondo quanto si apprende la donna era appena scesa dall’auto perché sulla strada c’era un albero. E questo farebbe pensare a un agguato.
L’autista l’ha portata all’aeroporto di Laikipia, dove è stata trasferita su un aereo e portata a Nairobi. La scrittrice da sempre si batte in difesa degli animali, soprattutto degli elefanti decimati dai bracconieri. «Il mondo deve sapere cosa vuol dire salvare gli elefanti e comincia a farlo - disse in un’intervista molti anni fa -. Tranne l’Italia, sembra che nessuno si renda conto della gravità della situazione. Il commercio di avorio sta portando all’estinzione di una specie, il compito di tutti è dare eco a un allarme che non va sottovalutato». Il suo ferimento è l’ultimo episodio di una vita con tante difficoltà per la scrittrice, giusto il 12 aprile aveva ricordato la morte del figlio, morto 34 anni fa per il morso di un serpente. Ma prima del figlio la Gallmann aveva perso il marito, della sua famiglia è rimasta solo la figlia Sveva.
Kuki Gallmann è figlia dello scrittore, medico, esploratore e archeologo trevigiano Cino Boccazzi. Dal primo matrimonio nacque il primo figlio Emanuele Pirri, poi Kuki si trasferì in Kenya negli anni tra il 1970 e il 1972, con il secondo marito Paolo Gallmann, (di origine svizzera, esperto di agraria). La scrittrice decide di stabilirsi in Kenya definitivamente. La coppia visita i posti migliori della regione, finchè nella regione di Laikipia: dal monte Kenya alla grande Rift Valley. È una zona dell’Africa popolata da moltissimi animali selvatici e ricca di pascoli, con colline verdissime che però in questi ultimi mesi soffrono molto la sicccità. Qui ebbero inizio i celebri «White Highlands» dell’inizio del secolo.
LEGGI ANCHE Il mio Eden nel cuore dell’Africa (l’intervista dall’archivio La Stampa del 4 giugno 1991)
I Gallmann acquistano negli Anni Settanta il ranch Ol Ari Nyiro, 400 chilometri quadrati famoso per l’abbondanza e la varietà di animali soprattutto rinoceronti, elefanti e bufali. La scrittrice vive i suoi primi anni africani come un sogno ma la prima grande tragedia della sua vita è la morte dell’amato marito: nel 1980, mentre è incinta di Sveva, la sua seconda figlia, il marito muore travolto in un incidente d’auto sulla strada di Mombasa. Qualche tempo dopo nel 1983 muore il primo figlio Emanuele, morso da un serpente. La scrittrice narra gli eventi luttuosi con una sensibilità toccante e struggente nel suo libro «Sognavo l’Africa».
Nel suo ranch Kuki Gallmann ha sempre accolto chi la voleva conoscere e chi si recava in Kenya per approfondire ricerche e studi: scienziati e botanici, etnologi e zoologi, veterinari ed erboristi, tutti conservazionisti. Per gli indigeni ci sono spazi per la creatività tradizionali nel Centro d’arte e artigianato, lavorando pelli, cotone, lana, semi colorati, zucche, legno, cortecce, radici. Dopo la morte del marito e del figlio la Gallmann ha dato vita alla Gallmann Memorial Foundation.La Fondazione ha contribuito direttamente alla salute delle comunità locali con diverse iniziative tra le quali una Maternity Clinic una sala operatoria che ha fornito oltre 2mila operazioni con chirurghi volontari.
Gli spari di oggi contro Kuki Gallmann non sono il primo attacco: giusto un mese fa le due donne, madre e figlia denunciarono: «Ci hanno già bruciato un edificio. Adesso ci minacciano con colpi di fucile. Li abbiamo sentiti verso sera, erano colpi di Ak-47». Il governo kenyano ha dato protezione alle Gallmann con 15 soldati. Kuki e Sveva (37 anni) lottano contro i bracconieri e politici locali che non ne sopportano l’impegno per l’ambiente, la protezione d’elefanti e rinoceronti, i progetti di sviluppo nella loro tenuta di Laikipia, 400 km quadrati al margine della Rift Valle dove lavorano 250 dipendenti. In questo momento la zona è colpita dal una feroce siccità con 3 milioni di kenyani in carestia, le tribù riescono ad avere armi da Somalia e Sudan.
Gallman, ribattezzata da molti la «Karen Blixen italiana», ha scritto diversi romanzi ma da «Sognavo l’Africa» (1991)è stato tratto l’omonimo film con Kim Basinger protagonista. Kuki Gallmann.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione