Di Giovanni Masini
Si apre un nuovo scenario sulla vita di
Khalid Masood, il terrorista britannico che lo scorso 22 marzo
ha provocato la morte di quattro persone lanciando un Suv a tutta velocità sulla folla che passeggiava lungo
Westminster Bridge e poi accoltellando a morte un poliziotto nei giardini del
parlamento di Londra prima di venire ucciso dal fuoco delle forze di sicurezza.
Secondo una rivelazione proposta oggi dal quotidiano britannico The Telegraph, Masood sarebbe già stato
investigato dai servizi inglesi nel 2013 nell'ambito di un'indagine sul progetto di un attentato contro una base dell'esercito ad opera di una cellula di
Al Qaeda con base a Luton. Se la ricostruzione dovesse essere confermata, smentirebbe in parte la versione secondo cui Masood sarebbe stato noto alle forze di sicurezza britanniche come semplice
criminale comune, circolata sino ad ora sulla stampa internazionale.
Pare ormai accertato infatti che nei primi anni Duemila l'attentatore di Westminster
si sia radicalizzato in carcere, dove era stato rinchiuso per alcuni reati comuni come aggressione, possesso illegale di armi e lesioni. Dopo aver scontato la pena, Masood trascorse un periodo in
Arabia Saudita, probabilmente per formarsi in teologica e dottrina coranica.
Rientrato in Inghilterra, nel 2009 si sarebbe stabilito a Luton, considerata una delle roccaforti islamiste sull'isola. Qui sarebbe entrato in contatto con alcuni dei radicali più famosi del panorama jihadista inglese. Frequentando una palestra cittadina, il terrorista che ha colpito il Parlamento mercoledì scorso sarebbe entrato in contatto con i protagonisti di un complotto elaborato per colpire una base dell'esercito con un modo davvero insolito: caricando dell'esplosivo su un'auto giocattolo da far passare sotto il cancello di una base militare della zona.
Fra i condannati per questa cospirazione, scoperta poi dagli inquirenti britannici, Zahid Iqbal, Mohammed Sharfaraz Ahmed, Syed Hussain and Umar Arshad, che in tutto hanno rimediato oltre 44 di carcere in quattro. Masood, che viveva a pochi chilometri da diversi di loro, all'epoca venne indagato per "connessioni all'estremismo violento". Una circostanza confermata nei giorni scorsi anche dal premier Theresa May.
Tuttavia, spiega The Telegraph, dopo un approfondito esame del suo background le autorità britanniche giudicarono che non costituiva una minaccia e così l'uomo venne rilasciato. Gli altri cospiratori, invece, dopo essere stati intercettati mentreprogettavano attentati contro caserme ed altri obiettivi militari e civili, vennero indagati ed ammisero di essere stati ispirati da Al Qaeda. A differenza di Masood, vennero incarcerati per periodi compresi fra i cinque e i 16 anni.
L'attentatore di Londra venne invece lasciato libero e continuò nel percorso di radicalizzazione, fino ad arrivare all'attentato del 22 marzo scorso, su cui si indaga ancora oggi. Le ultimi indagini della polizia hanno dimostrato che mentre lanciava il Suv contro la folla sul ponte di Westminster, Masood guidava ad almeno 122 km/h. È stato così che, prima di schiantarsi, ha ucciso tre persone e ne ha ferite almeno 50.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione