Per tutti indica solo una cosa: la pace. Ma quando venne creato, nel lontano 1958, aveva un altro significato. Il suo autore, il designer britannico Gerald Holtom, lo disegnò per accompagnare la prima Aldermaston March, diretta dal Direction Action Committee, fatta per manifestare contro la proliferazione delle armi nucleari.
Erano quasi gli anni ’60, piena Guerra Fredda. La prima marcia fu un grande successo: il weekend di Pasqua camminarono in migliaia da Londra (Trafalgar Square) a Aldermaston, dove sono conservate le testate nucleari inglesi, per quattro giorni di fila (sono circa 83 chilometri). Il messaggio era chiaro: no al nucleare. L’anno successivo replicarono, ma invertendo la rotta: da Aldermaston a Londra, per indicare in modo chiaro chi fosse il destinatario: la classe politica.
Ad accompagnare le manifestazioni ci furono canzoni, qualche disordine ma, soprattutto, il nuovo simbolo di Holtom:
Ispirato dalla battaglia contro le armi atomiche, Holtom decise di unire le due lettere N e D, che indicavano Nuclear Disarmament, traducendole dall’alfabeto semaforico, quello che viene trasmesso attraverso le bandierine. Per essere più chiari, ha fatto così:
Prima la N, che nell’afabeto semaforico è questa,
Poi ha sovrapposto la D, che invece è indicata in questo modo.
Risultato, N+D =
Da qui il passaggio finale era quasi ovvio: un bel cerchio inclusivo e il segno della pace (i cui diritti non furono mai registrati) era fatto.
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