Di Alexander Damiano Ricci
Il conflitto interno al partito laburista britannico non si assopisce. Anzi, in un contesto politico in cui tutto ruota intorno alla Brexit, la leadership di Jeremy Corbyn continua a essere appesa a un filo. E la settimana appena passata non ha certo aiutato il politico originario di Chippenham.
La svolta riguardo alla Brexit, è arrivata mercoledì, quando Westminster ha approvato, con una maggioranza solida, l’attivazione dell’articolo 50, la clausola del Trattato di Lisbona che disciplina l’uscita di uno stato membro dall’Unione europea (Ue).
498 voti a favore e 114 contrari: una sentenza indiscutibile appunto. Ma tra i 114 contrari ci sono ben 47 deputati laburisti. Certo, la principale forza politica a opporsi contro l’articolo 50 è stato il partito nazionalista scozzese (Snp), ma, a prescindere dalla direzione di voto, quest’ultimo si è mosso in maniera ordinata. La linea ufficiale del Labour era infatti quella di votare a favore dell’articolo 50.
Corbyn è quindi alle prese con l’ennesimo scontro interno al partito. Un’analisi del voto parlamentare a cura di Ashley Kirk per il Telegraph sottolinea che ben 17 dei così detti “frontbencher” (un termine che indica i deputati delle prime file dell’aula parlamentare – di solito si tratta, nel caso dell’opposizione, dei ministri ombra e dei leader più importanti) hanno apertamente sfidato la linea dettata da Corbyn. All’interno del Labour, la maggior parte di coloro che si è rifiutata di votare contro l’articolo 50, lo ha fatto giustificandosi sulla base delle proporzioni di voto tra “remainers” e “leavers” nelle rispettive circoscrizioni elettorali, in occasione del referendum del giugno scorso. Eppure, c’è qualche eccezione: Corbyn, per esempio, il quale, a fronte di una maggioranza schiacciante (76,5 per cento) per il “remain” nella propria circoscrizione, ha dettato la linea dell’attivazione dell’articolo 50.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:https://left.it/2017/02/03/brexit-jeremy-corbyn-alle-prese-con-lennesimo-scontro-nel-labour/
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