Da Militant
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Prosegue il filosofo sloveno: “La sinistra liberale ufficiale è la migliore esecutrice delle politiche di austerità , anche se conserva il suo carattere progressista nelle nuove lotte sociali antirazziste e antisessiste; dall’altra parte, la destra conservatrice, religiosa e anti-immigrazione è l’unica forza politica a proporre ingenti trasferimenti sociali e a sostenere seriamente i lavoratori […] Per fare un minimo di politica di sinistra, per lo meno in un senso tradizionale, bisogna essere nazionalisti di destra, e per perseguire le politiche di austerità bisogna essere moderati di sinistra”. Il ghigno dell’élite intellettuale, giornalistica, politica, universitaria, che bacchetta dai propri troni culturali quel popolo rozzo che escogita false soluzioni di destra ai propri problemi sociali, talvolta addirittura negati (“sono i contadini ricchi e bifolchi che hanno votato per la Brexit”, “è il suprematista bianco che vota per Trump”), non fa che rafforzare il giudizio (che non è un pre-giudizio, ma un vero e proprio giudizio post-festum) di quel popolo sulla sinistra, intesa nel suo complesso.
“Proprio poiché la recente esplosione del populismo di destra è il sintomo del fallimento della sinistra liberale odierna, il nostro compito non può limitarsi a combattere Trump e Le Pen. Se lo facessimo, perseguiremmo quella che in medicina si chiama “remissione sintomatica”: sei ammalato, l’effetto è che provi dolore, prendi gli antidolorifici ma la malattia è sempre lì. Le critiche a Trump non sono che cure sintomatiche: il vero compito è analizzare che cosa non ha funzionato nella sinistra moderata e liberale”.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.militant-blog.org/?p=14029
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