Di Salvatore Santoru
Se avessero voluto le potenze alleate avrebbero potuto mettere fine alle atrocità compiute dai nazisti nei confronti degli ebrei e degli altri gruppi vittime della "soluzione finale" nazista, eppure non fecero praticamente nulla.
La spiegazione di ciò può essere dovuta al fatto che le potenze alleate privilegiassero i propri interessi 'imperialistici' rispetto a quelli umanitari e d'altronde nelle stesse potenze alleate non vi era un grande interesse per la questione ebraica, tanto che l'antisemitismo era fortemente diffuso nell'opinione pubblica ma anche in parte della politica di esse, tanto che secondo il fondatore dell’istituto per gli studi sull’Olocausto a Washington Rafael Medoff lo stesso presidente statunitense Roosvelt lo era(1).
Sul fatto che gli Alleati non fecero praticamente nulla pur di fermare la Shoah è interessante un articolo apparso su Repubblica(2) nel 2010, dove si parla della tesi sviluppata dallo storico Theodore S. Hamerow(1920-2003) nella sua opera "Why We Watched: Europe, America, and the Holocaust"("Perché l'Olocausto non fu fermato" nell'edizione italiana).
Secondo la tesi Hamerow, durante i primi anni delle persecuzioni e dello sterminio i governi occidentali decisero di respingere le pressioni per far aumentare le quote di immigrazione degli ebrei rispetto ad altri perseguitati e in seguito ci fu una decisa "minimizzazione" che terminò solo verso la fine della guerra.
Inoltre, Hamerow cita anche il fatto che i governi occidentali del periodo dovevano tenere conto anche del diffuso antisemitismo che vi era nei loro stessi paesi.
NOTE:
(1)https://informazioneconsapevole.blogspot.it/2015/10/secondo-fondatore-dellistituto-per-gli.html
(2)http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/02/12/gli-alleati-non-fermarono-olocausto.html
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