“Un elenco di 18327 username univoche” 1793 delle quali “corredate da password“, “catalogate in 122 categorie“. Tutti riportati all’interno di una cartella contenente un database denominato “InfoPyramid accdb“. E’ lo scrigno all’interno del quale, secondo gli inquirenti, Giulio e Francesca Maria Occhionero custodivano le chiavi per spiare politici, capi d’industria e istituzioni, che gli uomini della Polizia postale sono riusciti a ricostruire.
Qualche esempio: la cartella “BROS“, che in inglese è il diminutivo di “brothers” e significa “fratelli” contiene “524 differenti account di posta elettronica relativi a 338 nominativi
univoci verosimilmente appartenenti a membri della massoneria” alla quale lo stesso Occhionero appartiene, tra i quali spicca quello di Stefano Bisi, Gran Maestro della Massoneria del Grande Oriente d Italia.
univoci verosimilmente appartenenti a membri della massoneria” alla quale lo stesso Occhionero appartiene, tra i quali spicca quello di Stefano Bisi, Gran Maestro della Massoneria del Grande Oriente d Italia.
La cartella “POBU” contiene “674 account 29 dei quali corredati dalla relativa password”. Alcuni di questi si riferiscono a domini istituzionali, altri sono “riconducibili ad importanti esponenti politici”: Maurizio Scelli, ex parlamentare del Pdl; Stefano Caldoro, ex presidente della Regione Campania; Domenico Gramazio, ex parlamentare del Pdl; Claudio Barbaro (Pdl); Roberto Spinelli, ex ambasciatore in Messico; Vincenzo Mario D’Ascola, presidente Commissione permanente II Giustizia del Senato, prima Pdl poi AP; Carla Angelica Maffi, ex dirigente amministrativo della Procura Generale di Brescia; Maria Gabriella Marsullo, funzionaria del ministero dell’Interno; Armando Forgione, dirigente della Polizia di Stato.
Il database contiene inoltre gli indirizzi email di alcuni esponenti politici di primissimo livello: Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio; Mario Draghi, ex governatore della Banca d’Italia e attuale presidente della Banca Centrale Europea; Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia del governo Letta; Mario Monti, ex presidente del Consiglio. E poi Piero Fassino, ex sindaco di Torino del Pd; Paolo Bonaiuti, ex portavoce del Pdl; Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo nel quarto governo Berlusconi; Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa del Pdl; Fabrizio Cicchitto, parlamentare ex Pdl ora AP; Vincenzo Scotti, ex ministro Dc; Daniele Capezzone, ex portavoce del Pdl; Mario Canzio, ex ragioniere generale dello Stato; Saverio Capolupo, ex comandante generale della Guardia di Finanza e ora membro del Consiglio di Stato.
Ancora: Risultano essere compromessi i pc in uso a due collaboratori del cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, di Antonio Pulcini, titolare del colosso delle costruzioni.
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